Il sindaco Andrea Staffolani: «Piccolo e timido, non ero un leader»

Il sindaco Andrea Staffolani: «Piccolo e timido, non ero un leader»
Il sindaco Andrea Staffolani: «Piccolo e timido, non ero un leader»
di Valentina Berdozzi
4 Minuti di Lettura
Domenica 21 Gennaio 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 11:03

MORROVALLE - “Conosci te stesso”, leggevano anticamente sul tempio di Apollo i fedeli giunti a omaggiare la sacra casa dedicata al dio della musica, delle arti mediche, delle scienze, dell'intelletto e della profezia. Poche, semplici, fugaci parole. Eppure così dense di significato, perché conoscere se stessi è la sfida più alta della vita di un uomo ma, anche, la sua soddisfazione più profonda. Lo sa bene Andrea Staffolani, sindaco di Morrovalle e una vita divisa tra la passione per il suo lavoro da agente di commercio e l'impegno per la sua comunità: sapere perfettamente chi si è e dove si sta andando è la consapevolezza che, nella sua vita, segna la cesura tra un prima e un dopo, tra gli anni da bambino e la maturità di quel ragazzo «che sognava solo di emergere dalla massa, di distinguersi, di mostrare al mondo chi realmente fosse costruendo qualcosa di suo, con il sacrificio e il duro lavoro. Avevo la fame di chi desidera un futuro proprio, in cui lasciarmi alle spalle la timidezza dell'infanzia e costruire qualcosa in più di quello che aveva costruito mio padre» - spiega.

I ricordi

Un pezzo alla volta, un passo dopo l'altro, mattone su mattone, è nato l'uomo di oggi, dentro al quale pulsano ancora i ricordi di un'infanzia vissuta tutta nella sua Morrovalle, frazione Trodica, con gli amici di una vita a riempire pomeriggi passati in strada a giocare a calcio. «Eravamo un bel gruppo - comincia - io ero uno dei più piccoli e, vuoi l'età, vuoi la mia timidezza, non ero uno dei leader.

Eppure non mi tiravo mai indietro e ogni volta che uscivo di casa e raggiungevo la bocciofila Michelangelo, all’interno del bar Compagnucci, sapevo che quello sarebbe stato il punto di partenza di chissà quale avventura vissuta insieme, tra giochi all'aperto, corse in bicicletta e qualche partita a bocce. A quel luogo sono davvero affezionato - confessa Andrea - era il punto di incontro con i miei amici ma, anche, la passione che legava me e mio padre, con cui per primo ho varcato quella soglia. Era un momento tutto nostro, per me che, da figlio di piccolo imprenditore come tanti della mia generazione, ho passato più tempo con i miei nonni che con i miei genitori».

L’emozione

La voce si fa commossa: dai ricordi di ieri si fa avanti quella figura che è il fulcro di una tenerezza potentissima, perché sono suoi il sorriso rassicurante e la mano sempre tesa e presente degli anni passati. «Nonno Delio è stato il mio più grande supporto, la persona con cui più di tutto e di tutti ho dialogato, giocato e scherzato - comincia il sindaco - sono praticamente cresciuto con lui e con nonna Ida, che mi hanno fatto da chioccia. Ci legava una grandissima complicità: quando ero bambino tutte le sere, prima di dormire, mi infilavo nel letto di nonno Delio e, dopo aver risposto alle sue domande sulle tabelline, recitavamo insieme la preghiera e mi addormentavo sereno, fin quando o lui o mio padre mi portavano nel mio di letto. È uno dei ricordi più dolci di quegli anni, custoditi nel cuore con tutto l'amore e il calore possibili». Un serbatoio di affetto in cui affondare cuore, sentimenti e radici. È stato questo nonno Delio, così come è stato centro di insegnamento e valori Padre Francesco, il frate dei Passionisti di Morrovalle fondatore del Tend.

Il Tend

«Il gruppo conosciuto tramite la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Trodica quando avevo 14 anni - spiega Staffolani - con i giovani del Tend abbiamo vissuto esperienze bellissime, campeggiando al santuario di San Michele dell'Addolorata tra preghiera e attività varie con ragazzi e ragazze della mia età di ogni provenienza. Sono stati anni importantissimi, avvolti attorno alla figura carismatica di Padre Francesco, delle sue parole e del suo esempio: sapeva catturare la nostra attenzione e mantenerla vivissima, dialogando con noi giovani e trasmettendoci i veri valori cristiani della vita. Quello con lui e con i ragazzi del Tend è stato un percorso che mi ha fatto crescere, mi ha maturato, mi ha aperto e formato, facendomi conoscere davvero chi fossi e permettendomi di riconoscere i miei limiti e le mie qualità. Sono stati anni in cui mi sono messo a fuoco davvero, capendo chi fossi e dove volevo andare veramente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA