Macerata, Padre Alberto Maggi: «Unioni gay? La Chiesa è indietro. Bene l'idea dei vescovi fiamminghi»

Padre Maggi: «Unioni gay? La Chiesa è indietro. Bene l'idea dei vescovi fiamminghi»
​Padre Maggi: «Unioni gay? La Chiesa è indietro. Bene l'idea dei vescovi fiamminghi»
di Giulia Sancricca
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Giovedì 22 Settembre 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 09:48

MONTEFANO - I vescovi fiamminghi aprono alla benedizione delle coppie omosessuali. A migliaia di chilometri di distanza, a Montefano, padre Alberto Maggi appoggia questa apertura, assumendo anche lui una posizione favorevole. Maggi è fondatore e direttore del Centro Studi Biblici Vannucci di Montefano e non ha paura ad esporre un pensiero diverso da quello della Chiesa sulla benedizione delle coppie omosessuali. 
 

Il Vaticano infatti, proprio lo scorso anno aveva specificato il divieto di benedire le coppie gay. Ora dal Belgio arriva invece la pubblicazione di un documento che descrive un momento di preghiera per due fedeli omosessuali che si impegnano davanti a Dio. «La Chiesa deve fare un passo avanti e deve chiedere scusa per la sofferenza che viene inflitta a chi attende di essere riconosciuto come coppia». 

È chiaro il pensiero del divulgatore della ricerca scientifica nel settore biblico che vede il documento dei vescovi fiamminghi come un importante passo in avanti sotto il profilo ecclesiastico.

Alla base del pensiero di Maggi, l’errore nel creare delle categorie tra gli umani. Partendo da questo assunto dunque, secondo il sacerdote non dovrebbe esserci la necessità di fare distinguo. «Ma questo va contro la dottrina della Chiesa perché a catechismo si insegna che gli omosessuali sono contrari alla legge naturale. Anche l’ultimo documento della congregazione vaticana spiega che non è lecito benedire le unioni gay. Secondo il catechismo infatti gli omosessuali sarebbero chiamati alla castità, ma questa è una grande contraddizione: è come dire a una pianta di poter crescere ma di non poter fiorire. Il voto di castità è una scelta: non può essere una imposizione. La Chiesa deve fare un passo in avanti su questo aspetto». 

I vescovi fiamminghi
 

Ad aprirsi intanto sono i vescovi fiamminghi. «È una scelta che fa sperare, visto che la Chiesa è sempre stata contraria a ogni novità che portasse vantaggio agli uomini. Credo che dovrebbe tacere su certi argomenti e chiedere scusa per le sofferenze inaudite inferte a queste persone». Allora padre Alberto Maggi si rivolge direttamente alle coppie omosessuali: «A loro dico di non aspettare un timbro del Vaticano per essere felici. Non vale la pena rinunciare alla felicità: ogni forma d’amore è benedetta da Dio». E sul suo comportamento di fronte a una coppia gay ci tiene a precisare che per lui non ci sono distinzioni. 

«Esistono le persone e basta. Le categorie sono create dall’uomo: non esistono persone giuste e persone sbagliate. Mi basta ricordare quello che ho patito negli anni ‘50 perché sono mancino e per questo considerato sbagliato. Ma poi per fortuna la scienza è andata avanti e ha scoperto che ciò che veniva visto come un difetto in realtà nascondeva maggiori capacità. Anche la Chiesa dovrebbe capire questo: esiste la natura in tutte le sue varie forme. Niente di più. Ma è bene ricordare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha depennato l’omosessualità dalle malattie solo nel 1990. Dunque tutta l’umanità è in ritardo di fronte a questo». Ma non perde la fiducia in un cambiamento che, seppur molto lentamente, potrebbe arrivare anche dalla Chiesa. «Purtroppo è sempre in ritardo: è come un pachiderma. Ci vuole tempo, debbono riunirsi le congregazioni, ma intanto le persone soffrono».

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