MACERATA - Umilia e picchia la moglie, la costringe a subire atti sessuali e la tradisce, poi un giorno al culmine di un’aggressione avvenuta davanti al figlio piccolo, il bimbo, spaventato, era corso in strada per chiedere aiuto. È accusato di maltrattamenti, lesioni, violenza privata e violenza sessuale un uomo di 49 anni di etnia cinese che ieri mattina è stato rinviato a giudizio dal gup Claudio Bonifazi.
Il processo a suo carico si aprirà il 12 settembre, nel procedimento la moglie è parte civile.
All’epoca secondo l’accusa – il fascicolo è del pubblico ministero Rita Barbieri, ieri in aula c’era invece la collega Stefania Ciccioli – l’uomo avrebbe più volte aggredito fisicamente la moglie, umiliandola, lasciandola senza soldi e intrattenendo relazioni con altre donne. In un’occasione con uno schiaffo le aveva perforato un timpano (era settembre del 2017). Durante l’ultima aggressione il piccolo aveva pianto in continuazione per la paura, poi, era uscito di casa per chiedere aiuto.
L’uomo è accusato anche di violenza privata perché per impedire che la moglie chiamasse la polizia le aveva strappato il cellulare dalle mani. Ieri, dunque, l’udienza preliminare in Tribunale a Macerata. L’imputato, difeso dall’avvocato Massimiliano Wolf, è stato rinviato a giudizio, la moglie invece è parte civile con l’avvocato Alessia Marzoli.