Lo sfogo
«Purtroppo non si trovano né baristi né camerieri - dice Emanuela Leli titolare del ristorante La Capanna a Bolognola e gestore della spiaggia al lago di Fiastra -. Innanzitutto sfatiamo il mito degli stipendi troppo bassi: io ho avuto esperienza di persone pagate bene che però non continuano. A mio avviso vengono proprio a mancare queste figure professionali. Nessuno vuole lavorare il sabato e la domenica. C’è chi dice che la colpa sia del reddito di cittadinanza, ma io credo che con il Covid queste persone si siano ricollocate perché erano abituate a fare la stagione e non hanno più potuto farla. E poi mancano proprio le professionalità. È finito l’appeal della professione che in un momento aveva avuto un boom anche in tv, grazie ai programmi legati alla cucina. Forse manca la passione. Fatto sta che dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare con chi c’è, per evitare di perdere gli incassi». Se questo è il quadro della montagna, la costa non è da meno. Lo conferma Fabio Giorgini del ristorante Da Fabietto a Porto Recanati. «Sono introvabili. Non so da cosa dipenda, ma è un dramma. Spesso non prendiamo prenotazioni perché non c’è il personale.
I giovani
C’è poi il problema di chi, dopo mesi e mesi di ricerche, è riuscito a trovare il personale, ma ne rimarca comunque la carenza. «Dopo mesi di ricerche abbiamo trovato - dice Gianfranco Bronzini dell’Osteria Peperondino di Appignano -, ma è stata una grossa impresa. È difficile trovare qualcuno che voglia lavorare il fine settimana. Chiedono di essere presenti solo a cena o solo a pranzo. E comunque, vista la carenza, anche quando si trova si deve fare attenzione a come ci si comporta perché a perdere il personale è un attimo e poi ritrovarlo è impossibile. Ci metto un anno per trovarlo e poi te lo devi tenere stretto». Secondo Aldo Zeppilli del Centrale Macerata «questo è un momento particolare in cui a periodi baristi, cuochi e camerieri si trovano e in altri meno. Non c’è più voglia di lavorare nei weekend, nonostante questo sia un settore in crescita e ai giovani converrebbe specializzarsi. Molti scelgono di lavorare in fabbrica e avere prospettive economiche meno importanti anziché lavorare nel weekend e guardare a uno stipendio futuro più alto. Dopo il Covid la gente non vuole più sacrificare i weekend e di conseguenza fa scelte che vanno a limitare il loro futuro. In realtà il turismo garantirà lavoro per tutti in Italia, ma non c’è la mentalità giusta per avere liberi altri giorni invece del sabato e della domenica».
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