La Cna Macerata alza l'allerta: «Schizzano i mutui famiglie e imprese sono in ginocchio»

La Cna Macerata alza l'allerta: «Schizzano i mutui famiglie e imprese sono in ginocchio»
La Cna Macerata alza l'allerta: «Schizzano i mutui famiglie e imprese sono in ginocchio»
di Mauro Giustozzi
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Giovedì 10 Agosto 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 12:18

MACERATA - Mutui che schizzano sempre più in alto, l’inflazione e il caro prezzi che morde le imprese, famiglie costrette a tagliare le spese da quelle alimentari a quelle delle vacanze. L’ultimo rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Bce ha un impatto devastante anche sull’economia del nostro territorio: un impatto diretto sui finanziamenti a imprese e famiglie, mutui casa compresi, coi tassi d’interesse sui mutui ipotecari che sono in salita costante, con i variabili ormai molto più costosi dei fissi. 


La situazione

«La situazione è preoccupante per le aziende artigiane - afferma Massimiliano Moriconi, direttore provinciale Cna - reduci prima dal sisma e poi dal covid che hanno portato molte aziende a prendere finanziamenti che, all’epoca, erano favorevoli a tasso variabile. Adesso con questi rialzi si trovano in difficoltà nel pagare le rate: col mutuo sono stati acquistati capannoni diversi anni fa quando il tasso variabile era basso e quindi vantaggioso ed oggi assistiamo ad aumenti di rate tra il 50% e il 65% che purtroppo oggi sono normali.

E non ci sono avvisaglie di una diminuzione dei tassi di interessi nei prossimi mesi, il che crea una grande preoccupazioni sui rischi di insolvenza che si possono creare nelle imprese artigiane». 

I tassi

Il problema dei tassi aumentati si riverbera non solo sulle aziende ma pure sulle famiglie visto che il tessuto imprenditoriale locale ha queste caratteristiche. «Parliamo di piccole o micro imprese nel maceratese - prosegue Moriconi- per cui impresa e famiglia sono un tutt’uno: può capitare che l’imprenditore che non ha finanziamenti sull’azienda abbia un mutuo prima casa il cui rialzo va ad incidere sulla redditività dell’impresa che drena risorse e questi casi non sono affatto isolati». Considerando i nuovi aumenti la rata del mutuo a tasso variabile nel 2023 è di circa il 70%. Le previsioni che fanno gli esperti non sono incoraggianti: si prevede che i tassi d’interesse sui mutui si stabilizzeranno non prima di fine 2024. 

L’allarme

«Le persone sono preoccupate e ci chiamano per capire come potersi muovere in questo clima di rialzo generalizzato delle spese che vanno dai mutui all’incremento dei prezzi di prima necessità - dice Lorenzo Longo di Federconsumatori Macerata-. Sul fronte delle banche il problema che emerge è che, nonostante esistano norme e leggi ben definite, le persone non riescono a ritrattare i mutui con le banche. Gli istituti ostacolano questa possibilità per cui chi aveva sottoscritto finanziamenti a tassi variabili ha visto aumentare di moltissimo la rata mensile e non riesce a sostenere più questa spesa col rischio che l’utente sia poi inadempiente. E ciò impatta pesantemente sul reddito familiare. Se a questo aggiungiamo il caro prezzi che porta con sé l’inflazione ecco che monitoriamo una diminuzione da parte delle famiglie dei consumi di prima necessità come carne e pesce, oppure virano su prodotti surgelati ed a basso costo. C’è stato un evidentissimo boom dei discount rispetto al supermercato negli ultimi mesi da parte di famiglie del ceto medio che quest’anno rinunciano anche a fare le vacanze estive o se le fanno le riducono di molto». 

La preoccupazione

Da parte sua Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli, Fermo mostra preoccupazione per la possibile frenata degli investimenti sul territorio. «L’ennesimo picco dei tassi di interesse da parte della Bce porta effetti sull’economia e quindi sui bilanci aziendali. Si è creata una sorta di “tempesta perfetta” che si autoalimenta, dove la minore domanda, vista la difficile congiuntura economica, e l’aumento del costo del credito si associa ad una riduzione dei prestiti alle imprese – sottolinea il segretario generale Giorgio Menichelli -. La grande prudenza, tradotta in alcuni casi in un totale blocco degli investimenti, è dovuta ad uno stato di incertezza generale, tanto che per piccoli importi ormai si tende ad attivare le procedure di credito al consumo. In merito al nostro territorio questa situazione può rappresentare una brutta frenata per quel che riguarda i nuovi investimenti in vista della partenza della progettazione per Next Appennino e della nuova programmazione settennale dei fondi comunitari gestiti dalla Regione. Quello che Confartigianato chiede a livello nazionale è una riforma del Fondo centrale di garanzia, ed il rifinanziamento della legge regionale 13, strumenti capaci di adeguarsi ai mutamenti in atto. Non è più il caso di operare in urgenza, ma è arrivato il momento di prevedere risorse pubbliche adeguate a sostenere quelle imprese che non riescono a trovare risposte nei tradizionali canali bancari». 

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