Attenti alla prostata, i casi di tumore entro il 2024 raddoppieranno. L'oncologo: «Disponibili strumenti diagnostici sempre più precisi»

La campagna Men’s Pro mira a sensibilizzare sui rischi di questo big killer

Attenti alla prostata, i casi di tumore entro il 2024 raddoppieranno
Attenti alla prostata, i casi di tumore entro il 2024 raddoppieranno
di Daniele Pallotta
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Martedì 16 Aprile 2024, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 11:45

L’ultimo allarme, poche settimane fa, è arrivato da un rapporto pubblicato su The Lancet: i casi di tumore alla prostata nel mondo passeranno dagli attuali 1,4 milioni a 2,9 milioni entro il 2040. Lo stesso rapporto ha già sottolineato la necessità “di mettere a punto strategie” fornendo raccomandazioni per mitigare l'impatto di questa neoplasia che è la più diffusa nei maschi al pari del tumore alla mammella per le donne. Un male di genere che, solo in Italia, colpisce 564mila persone di cui il 5,2% soffre della sua forma più grave. Lo scorso anno, sempre da noi, si sono registrate ben 41mila nuove diagnosi al punto che questo carcinoma oggi rappresenta il 19,8% di tutti i tumori maschili. 

«Proprio perché è così diffuso, il tumore alla prostata non deve essere sottovalutato – dice Alberto Briganti, docente di Urologia all’Università Vita Salute San Raffaele –. Circa due terzi dei tumori di questo tipo sono diagnosticati in persone con più di 65 anni d’età e sappiamo che questa neoplasia ha un’incidenza maggiore nella fascia over 50. I principali fattori di rischio però non sono solo l’età ed altri fattori che ritroviamo anche in altre malattie. Ci sono, infatti, anche la familiarità e i fattori ambientali». A scendere in campo, per aiutare a sensibilizzare gli uomini al problema, anche la Nazionale italiana di rugby che ha deciso di giocare una partita insieme a Europa Uomo, alla Federazione Italiana Rugby, a Pfizer Italia e a tanti professionisti.

La campagna

È da qui che è nata la campagna “Men’s Pro”, campagna che mira a sensibilizzare sui rischi di questo big killer rivolgendosi anche ai pazienti e ai caregiver con consigli che possano aiutare a superare le barriere e il senso di isolamento. «Prevenzione, diagnosi precoce e stili di vita danno una speranza ma, soprattutto, chi ha avviato un percorso di cura deve sapere che ora ha accanto a sé una vera e propria squadra», rassicurano gli esperti. «Quello alla prostata è uno dei tumori oggi più curabili grazie anche alla disponibilità di strumenti diagnostici sempre più precisi – sottolinea il presidente nazionale della Società Italiana di Uro Oncologia, Siuro, l’oncologo Sergio Bracarda, che aggiunge – Prima si individua il problema e più alte sono le possibilità di guarire per questo è bene effettuare controlli periodici di esami come il Psa».

I nuovi farmaci

Oggi più del 60% dei pazienti riesce a sconfiggere definitivamente questa malattia e questo vale anche per i pazienti dove la chemioterapia non risulta clinicamente indicata, vista l’approvazione di nuovi farmaci da parte della Commissione europea. «Grazie al coinvolgimento della Nazionale italiana di rugby, sport tradizionalmente legato alla salute uro genitale maschile, vogliamo dimostrare che, anche con una diagnosi di tumore alla prostata, la partita è tutta da giocare e che sia i pazienti che i caregiver, cioè le persone che li affiancano, possono davvero contare sull’appoggio di una squadra forte», aggiunge a sostegno della campagna Men’s Pro il presidente nazionale di Europa Uomo, Claudio Talmelli.

La campagna è stata lanciata insieme a un sito ad essa dedicato www.menspro.it. La prima ad essere sconfitta deve essere la riluttanza che si rileva nella popolazione maschile.

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