La storia mediatica di Carlotta Rossignoli sembra arrivata a una fine. Quello della 23enne veronese che si è laureata a 23 anni, in tempi record, all'Università Vita San Raffaele di Milano, era diventato un vero e proprio caso dopo che i compagni di corso della studentessa in medicina avevano sollevato dubbi sulla legittimità del percorso accademico ritenuto privilegiato.
I dubbi sulla laurea e la posizione del San Raffaele
Si era parlato di esami a porte chiuse e una possibilità di conseguire la laurea in tempi ridotti che ad altri sarebbe stata invece negata.
Roberto Burioni, caso chiuso
Sul caso è intervenuto Roberto Burioni, virologo e docente proprio del San Raffaele, mettendo la parola fine alle polemiche. In un post su Twitter ha chiarito punto per punto la vicenda. Si legge : «Chiudiamo definitivamente la questione Rossignoli. Gli studenti hanno visto i suoi libretti e hanno potuto constatare che il percorso di studi della Rossignoli è regolare. La Rossignoli ha sostenuto tutti gli esami nelle date regolari di appello insieme ad altri colleghi. Quindi nessun 'esame a porte chiuse'. La Rossignoli non avrà alcun vantaggio da questo anticipo visto che comunque farà l’esame di specializzazione a luglio come chi conseguirà regolarmente la laurea a giugno». Burioni ha riportato in maniera integrale il comunicato degli studenti dell'ateneo, riassumendone il contenuto: «Ci sono state altre lauree anticipate in medicina (anche in altri atenei) ma nessuno ha mai trovato niente da dire. Chiedetevi il perché. La Rossignoli ha seguito delle lezioni registrate durante il periodo COVID come tutti gli studenti italiani, essendo obbligatoria la didattica a distanza PER LEGGE».