Anche un esperto di vaccini come il professor Roberto Burioni ha paura dell'ago. «Non mi fa piacere sottopormi a punture – ha raccontato in un'intervista video al Corriere della Sera –. Ma il momento in cui mi hanno vaccinato è stato il più bello della mia vita». Burioni era al Burger King in viale Tibaldi, a Milano, per discutere di vaccini e complimentarsi con i manager italiani della catena di fast food Usa, che hanno realizzato un hub dove, tra un mese, si vaccineranno 4000 dipendenti e altrettanti ristoratori concorrenti. Ma sono anche altre le curiosità svelate dal virologo del San Raffaele.
Il calcio - Burioni racconta anche della sua passione calcistica per la Lazio, nata durante l'Università.
È incredibile la scioltezza con cui persone che non sanno letteralmente cosa sia un virus (fanno altri lavori) prevedono la comparsa di varianti e l’evoluzione di SARS-CoV-2. Ormai in molti credono che capire un grafico sia equivalente a un dottorato in virologia molecolare.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) May 20, 2021
La politica – Matteo Renzi, leader di Iv, voleva candidare Burioni, ma lui rifiutò. «Mi disse: "Vuoi rovinarti la vita per fare qualcosa per il suo Paese?” Ho rifiutato perché pensavo di essere più utile fuori. E ci sono riuscito – spiega al Corriere della Sera –. Siamo amici con Renzi e lo stimo, ma così ho potuto informare in modo indipendente e senza mai essere identificato con un partito politico. Non ho nei miei programmi la politica. Però mai dire mai».
Il sogno - Alla domanda su qual era il sogno da bambino, Burioni esita e poi risponde: «Da piccolo volevo fare il camionista. Poi il pianista, ma è stata una cosa forzata». Evidentemente i genitori l'hanno costretto a imparare a suonare. Anche se un modo per diventare popolare l'ha trovato. «Ora la gente mi riconosce per strada». E questo, soprattutto, per le apparizioni in tv.
Gli sbagli - Il virologo ammette i suoi errori su alcune dichiarazioni. «Ho sbagliato – prosegue –. Dicevo che le mascherine non servivano. Ma perché non inizialmente non pensavo che il virus potesse essere trasmesso dal 50% degli asintomatici». C'è un altro errore che Burioni ha commesso, ed è stato proprio sui vaccini. «Ho detto che ci sarebbero voluti due anni e invece sono bastati 10 mesi. Uno sbaglio, per fortuna».
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