Italvolley, la partita perfetta
Berruto: «E' questa la squadra ideale»

Italvolley, la partita perfetta Berruto: «E' questa la squadra ideale»
di Claudio De Min
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Giovedì 9 Agosto 2012, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 18:15

LONDRA – La domanda della vigilia - di che pasta siamo fatti? - ha avuto ieri un mucchio di risposte nella bolgia felice dell’Earls Court e niente meglio delle parole di un orgoglioso ed emozionato Mario Berruto, citì alla sua seconda stagione azzurra dopo sei anni in Finlandia, può raccontare questo straripante 3-0 agli Stati Uniti. Questa Italia del volley che risorge e piomba di nuovo in semifinale dove, all’Olimpiade, è di casa dal 1996, battendo senza discussioni, di forza e di talento, i campioni in carica.

Una vittoria fatta di piccole difficoltà all’inizio, ma superate in fretta per andare incontro, di corsa, a una partita sempre col turbo acceso, spinta dalla battuta, devastante, mai così efficace, e dai grandissimi Zaytsev e Travica.

Il tutto dopo un girone di qualificazione pieno di brutture e incertezze, dal quale eravamo usciti non solo con pesanti sconfitte ma anche con pessime sensazioni, presi a pallonate dagli avversari e feriti dalle critiche: «Questa è la squadra che cercavo e che avevo perso - dice Berruto - la squadra che avevo immaginato e che avevo costruito in questi anni. Dopo aver letto nei giorni scorsi certi giudizi, è umano che anche a me siano venuti dei dubbi, eppure dentro di me sapevo che le cose sarebbero cambiate, sapevo che avevamo dentro di noi molto da dare. E oggi sono felicissimo di essere qui, a giocarci una medaglia e vedremo quale sarà.

E di aver dimostrato a chi aveva descritto, su un giornale importante, gli «occhi di triglia» e ci aveva messo anche una foto del nostro libero Bari, che invece abbiamo le palle del toro. E se c’è uno di fronte al quale oggi mi alzo in piedi e applaudo è proprio lui, perché giocare sotto il peso di certi giudizi è davvero difficile, e Andrea ha dimostrato di essere un grande. Ci eravamo persi e ci siamo ritrovati, e questa è una grande gioia, ma adesso non è il momento né di toglierci sassolini dalle scarpe né di fare bilanci, adesso è il momento di pensare alla semifinale di domani col Brasile (Bulgaria-Russia l’altra sfida, con le due qualificate che hanno superato rispettivamente Germania e Polonia per 3-0).

Contro gli Stati Uniti abbiamo giocato una partita nella quale abbiamo dimostrato di essere forti fisicamente, forti tecnicamente e di avere anche quel muscolo fondamentale che è il cuore. Quello che abbiamo sentito e letto forse ci è servito. Qualcuno lo chiamerà miracolo ma non è un miracolo. E’ solo che oggi siamo stati noi, siamo stati quelli che siamo, una squadra bella e imperfetta, quella squadra che grazie a partite come questa ci ha attirato così tante simpatie, una squadra che sa emozionare.

Ai ragazzi prima di scendere in campo avevo chiesto solo di essere se stessi, di giocare come sappiamo. Volevo vedere di che pasta siamo fatti e l’ho capito, anzi lo sapevo già, ma quando non ti restano alternative, quando sei di fronte a una strada senza uscita, allora è in quel momento che devi dimostrare cosa sei, e non ti resta che essere forte. E noi lo siamo stati».

Così, domani (ore 20.30 italiane), sarà di nuovo Brasile (che ieri ha liquidato brutalmente l’Argentina: 3-0), ma con un’Italia nuova, diversa. O, forse, solamente l’Italia di sempre.

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