Grazie all’attività dedita all’usura, all’estorsione e allo spaccio di droga nel corso degli anni avrebbero accumulato un ingente patrimonio. Un tesoretto da un milione e mezzo di euro costituito da terreni e case che ora, dopo il sequestro preventivo eseguito a dicembre 2020, finirà nella piena disponibilità dello Stato. Ieri mattina ad alcune persone, appartenenti ad un nucleo familiare di etnia rom (Spada-Morelli), stanziate a Cassino e nel Basso Lazio è stato notificato un provvedimento di confisca chiesto e ottenuto dalle Procure di Roma (Dda) e Cassino. A dare esecuzione al provvedimento, emesso dal Tribunale di Roma (Sezione III Penale-Misure di Prevenzione), sono stati gli uomini della Direzione investigazione antimafia (Dia) di Roma e della Sezione operativa della Compagnia carabinieri di Cassino. La confisca arriva a seguito di due indagini portate a termine nel 2019 e nel 2016 (quest’ultima svolta congiuntamente con la Guardia di Finanza), con le quali venne smantellato un giro di spaccio di stupefacenti, usura, estorsioni e intestazione fittizia di beni. Ma non tutti i coinvolti nelle due operazioni sono destinatari della confisca di ieri, alcune richieste sono state rigettate dal Tribunale.
Quello su cui ha messo le mani la magistratura inquirente è un meccanismo di reinvestimento illecito.
LE REAZIONI
L’attività portata a termine all’alba di ieri ha avuto ampio impatto su Cassino. L’amministrazione comunale ha espresso la gratitudine alla magistratura e alle forze dell’ordine. «Un grande risultato è quello che è stato raggiunto da magistratura e forze dell’ordine che ci rende tutti orgogliosi», ha dichiarato l’assessore alla Cultura di Cassino, Danilo Grossi.
«Il colpo assestato - ha aggiunto - è fondamentale perché regala un’importante iniezione di fiducia alla parte sana della città di Cassino e di tutto il Lazio Meridionale, una maggioranza silenziosa che crede nello Stato e lotta ogni giorno e spesso tra le difficoltà per il proprio futuro e quello delle prossime generazioni. Da anni portiamo avanti la cultura della legalità sia nelle istituzioni pubbliche con azioni concrete sia con l’ausilio alle associazioni. E segnali decisivi come quello di oggi (ieri), che sono una grande vittoria dello Stato, rafforzano questo percorso, spesso lungo e difficile», ha concluso l’assessore Grossi.