FERMO Prima di ucciderla era già stato violento nei suoi confronti. Le aveva rotto il naso a furia di botte. Lei aveva trovato il coraggio di denunciarlo e tra qualche giorno ci sarebbe stato il processo. Ecco perché gli inquirenti pensano a un delitto premeditato. Il presunto assassino, Sohaib Teima, 21 enne residente a Fermo, è stato arrestato dalla polizia francese a Lione.
Aveva studiato da odontotecnico prima di trasferirsi a Grenoble
Il giovane, originario di Fermo, ha frequentato l'istituto professionale odontotecnico a San Benedetto prima di trasferirsi in Francia per proseguire gli studi odontoiatrici a Grenoble. In città vive ancora la madre marocchina insieme ad altri familiari.
Quello che è certo è che il delitto era un modo per fargliela pagare. A lei, a quella ragazza che aveva trovato il coraggio di denunciare le botte subite per anni. E anche in quella chiesa in mezzo al nulla si è difesa. Ha lottato per non morire. Lo dimostrano i tagli che hanno sulle dita delle mani. Ha cercato di opporsi al suo aggressore, di spostare il coltello che l'ha trafitta alla carotide, alle vie aeree - il fendente fatale - e all'addome.
LA RICOSTRUZIONE
Un omicidio studiato nei dettagli per sfuggire alla giustizia. I tagli che ha sulle dita a entrambe le mani sono profondi. Lei, una ragazza francese di 22 anni, originaria di Lione, o meglio di Saint-Priest, non immaginava che il suo coetaneo arrivasse a ucciderla. Cercavano luoghi abitati dai fantasmi in Valle D’Aosta. Dicevano di far parte della rete Urbex, i cui membri vanno a esplorare luoghi abbandonati. E così dopo un lungo girovagare per l’Europa, prima in Germania, poi in Austria e in Francia, sono arrivati in Italia. Dalla Svizzera alla Valle D’Aosta. Lui è nato in Italia, ma vive a Grenoble. Le sue origini sono egiziane: un bel ragazzo, di colore, con i rasta. La coppia si conosceva da tempo. Stavano insieme: lei era rimasta con lui anche dopo averlo denunciato. Dopo un lungo periodo di depressione arrivato anche per via della separazione dei suoi genitori, lei aveva iniziato a un frequentare un ambiente borderline. Dormiva in edifici abbandonati: in poco tempo ha avuto qualche piccolo precedente per droga. Ai suoi vecchi amici non piaceva quel ragazzo che frequentava.
I timori della famiglia
Nemmeno a suo padre che l’aveva messa in guardia. Ma era partita lo stesso in giro per l’Europa con lui, convinta di vivere un’avventura. “Urbex”, porta all'esplorazione di edifici abbandonati.
La premeditazione
Invece sembrava essere tutto premeditato. Il ragazzo, con la scusa dei fantasmi, avrebbe voluto portarla in un edificio isolato per mettere in atto il suo piano. L'arma del delitto, che non è stata ancora trovata, sarebbe un coltello tipo Opinel, con una lama di media lunghezza. Il borgo ha una sua storia. Proprio nella cappella dedicata a Santa Barbara gli abitanti dell'Equilivaz trovano riparo durante il diluvio del 6 giugno del 1879, mentre le sei case del villaggio venivano ridotte a ruderi. Una massa di neve sciolta e acqua esondata a monte, dal torrente Vertosan, trascinò con sé massi e alberi, finendo sull'abitato e travolgendo anche il bestiame. Da allora l'Equilivaz, raggiungibile con una breve camminata dalla strada statale 26, è disabitato. La “Esplorazione urbana”- per quanto potenzialmente pericolosa - negli ultimi anni ha avuto una discreta popolarità tra i giovani, grazie anche ad alcune serie televisive, siti web e pagine social. Abitazioni, teatri, catacombe, bunker: tutto, secondo i cultori dell'Urbex, può assumere un fascino particolare.