«È un falso cieco», ma viene prosciolto. Nei guai l’amico (non vedente) che ha fatto la soffiata

L'odissea giudiziaria di Tiziano Ciarabellini che ha denunciato per calunnia l'ex amico A marzo l'udienza del Gup a Fermo che dovrà decidere sul rinvio a giudizio

«È un falso cieco», ma viene prosciolto. Nei guai l’amico (non vedente) che ha fatto la soffiata
«È un falso cieco», ma viene prosciolto. Nei guai l’amico (non vedente) che ha fatto la soffiata
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 17 Novembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 12:24

PORTO SANT’ELPIDIO - Ha passato due anni di inferno, accusato di essere un falso cieco e di avere percepito indebitamente dall’Inps 145mila euro, dopo una denuncia arrivata alla Guardia di finanza di Fermo da parte di una persona che è voluta restare anonima. 


L’assoluzione


Ma Tiziano Ciarabellini, 66 anni, di Porto Sant’Elpidio nell’ottobre dello scorso anno è stato definitivamente prosciolto: il tribunale ha appurato che lui è cieco assoluto e che se si muove con disinvoltura per strada, alla fermata del bus, nel tragitto per andare al lavoro, è solo perchè ha affinato gli altri sensi ed ha imparato a gestirsi senza pesare sulla famiglia. Eppure questa sua autonomia gli è costata un travaglio giudiziario non indifferente assieme all’amarezza di avere scoperto che il presunto delatore è un altro cieco assoluto, amico di famiglia, che per decenni ha condiviso con lui tanti momenti importanti di vita. 


La soffiata 


Sarebbe stato lui a chiamare il 117 e a fare la segnalazione che ha fatto precipitare la già esistenza precaria del signor Ciarabellini.

Adesso l’(ex) amico si dovrà presentare il 7 marzo del 2024 all’udienza preliminare fissata dal Gup del tribunale di Fermo che dovrà decidere sul rinvio al giudizio per calunnia, dopo la denuncia effettuata dallo stesso Ciarabellini che avrebbe scoperto per caso il presunto autore della soffiata anonima. Ma perché lo avrebbe fatto? La persona su cui grava la richiesta di rinvio a giudizio, sapeva perfettamente che il 66enne era cieco assoluto, essendo amico di vecchia data. Incomprensibile quindi per il signor Tiziano Ciarabellini la motivazione. 


L’odissea giudiziaria


Nel frattempo tutti i mesi trascorsi con una imputazione ingiusta sulle spalle lo hanno profondamente segnato. «Mi hanno accusato di avere frodato l’Inps - ha raccontato Ciarabellini al Corriere Adriatico -, hanno chiesto il blocco del conto corrente. Io soffro anche di epilessia e di aritmia cardiaca: ho dovuto aumentare i farmaci per sostenere tutto questo stress. Ma in ospedale ci sono finito lo stesso». Ricoverato in codice rosso, poi due mesi di convalescenza: «Anche quella volta c’è stato chi ha infierito, facendo girare la voce che ero stato sospeso cautelarmente dal direttore generale e per questo non andavo al lavoro». 


L’udienza preliminare


Il 7 marzo prossimo si scriverà un’altra pagina di questa triste e assurda vicenda, ma Tiziano Ciarabellini è determinato ad andare fino in fondo per restituire al suo nome una dignità che qualcuno ha voluto sottrargli.
 

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