PORTO SANT’ELPIDIO Si profila l'idea di incatenarsi attorno alla Fim per protestare contro l’abbattimento. Tornano alla carica le associazioni in rete per tutelare il bene vincolato e l’area da bonificare sul lungomare Faleria. Mentre si scaldano i motori per l’incontro pubblico che il coordinamento intende organizzare, Pasquale De Angelis, a nome del coordinamento, torna alla carica, preoccupato che la Soprintendenza è rimasta sola in Conferenza dei servizi «a difendere il vincolo, accerchiata dai soggetti privati e pubblici - dice De Angelis - perché tante sono state le inadempienze, passate e tuttora in corso».
Anche l'ulteriore indagine sui muri sarebbe «una sostanziale vittoria della strategia della proprietà, il cui unico intento è spianarsi la strada per la demolizione.
L’iniziativa
All’incontro pubblico in preparazione «parleremo delle ipocrisie che stanno dietro alla e -Fim ed elencheremo gravissime inadempienze, negligenze, inesattezze e grossolani errori tecnici e procedurali che emergono dalla lettura dei documenti; non temiamo le velate minacce, che ci sono state rivolte, perché le nostre analisi non derivano da posizioni opinabili ma da dati ufficiali che sono agli atti».
Da imprenditore nel settore del software, De Angelis si è preso la briga di fare la domanda provocatoria all’intelligenza artificiale di Chat Gpt chiedendo che azioni violente si possono fare per evitare che un bene vincolato venga abbattuto? Le risposte sono state diverse: segnalare alle autorità che hanno il potere legale di intervenire e proteggere i beni vincolati; consultare avvocati specializzati per capire quali passi intraprendere, mobilitare la comunità con iniziative pacifiche come petizioni, raccolte firme, manifestazioni, incontri pubblici per sensibilizzare l’opinione pubblica, portare all’attenzione dei media la questione, chiedere la revisione del progetto considerando le alternative per evitare la demolizione, contattare le organizzazioni per la tutela dei beni culturali e chiedere la consulenza, utilizzare i social per campagne di sensibilizzazione. De Angelis evidenzia che «tutte queste azioni sono state attuate dalle associazioni di cittadini che hanno voluto sostenere con forza questo percorso, ma l’ultimo suggerimento, non dell’intelligenza artificiale ma mio, è una forma di disobbedienza civile e sarebbe che tante persone s’incatenino a formare una catena umana intorno alla ex Fim, qualora ci sia la scellerata scelta di abbatterla».