Fim, mobilitazione a Porto Sant'Elpidio. La maestra Angela: «Rispettate la storia della nostra città»

Fim, mobilitazione a Porto Sant'Elpidio. La maestra Angela: «Rispettate la storia della nostra città»
Fim, mobilitazione a Porto Sant'Elpidio. La maestra Angela: «Rispettate la storia della nostra città»
di Domenico Ciarrocchi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Febbraio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 15:36
PORTO SANT’ELPIDIO - «Assumere l’incarico di governare una città richiede una piena conoscenza della storia, delle esigenze, delle potenzialità, delle priorità di quel luogo per poter agire in modo appropriato senza distruggere ciò che lo identifica e per non sprecare soldi pubblici». È quanto premette la maestra Angela Serafini che insieme al suo gruppo torna sul caso della Fim, uno dei nodi della campagna elettorale partita con largo anticipo in vista del voto di fine maggio. Tema, in verità, sul tavolo da decenni. «Le amministrazioni che si sono succedute in questi ultimi decenni - sottolineano - hanno seguito tutte la stessa strada: demolire, sostituire, accendere mutui, accordarsi con i privati». 


La logica


«Il volto della nostra città - ribadiscono - sta cambiando senza una logica urbanistica e senza una reale necessità. Vedasi piazza Garibaldi, il Gigli, lo spazio dell’Orfeo Serafini, via Cesare Battisti, le ville e, ovviamente, la Fim». Alla fine dello scorso mese si è tenuta la Conferenza dei servizi che ha finito per congelare di nuovo il dibattito. «L’inquinamento della fabbrica - dicono - dal terreno ora si è spostato solo sulla Cattedrale, che è diventata, secondo il nostro sindaco, un grosso pericolo per la salute pubblica. Le particelle inquinanti, presenti sulle pareti, si diffonderebbero nell’aria procurando inquinamento diffuso.

Ma ci si accorge solo oggi che questo inquinamento volatile è rischioso per gli esseri viventi? Si è permessa la demolizione di tutto il complesso e lo smantellamento delle travi che formavano meravigliose capriate, anche all’interno della Cattedrale, senza tener conto della salute di nessuno. Anzi, durante la demolizione dei vari fabbricati, sono stati aperti i cancelli e la gente è stata invitata ad assistere all’esecuzione dei lavori. Una scelta da denuncia! E oggi è la Cattedrale che inquina, perciò la si dovrà abbattere per tutelare la nostra salute? Sembrerebbe che buttando giù l’edificio scompaia anche l’inquinamento del terreno. Sono trascorsi molti anni, è stato spazzato via quasi tutto di questa struttura, è stata cancellata la nostra storia, la Cattedrale è stata ridotta a uno scheletro, forse sperando che qualche calamità la facesse cadere. E ora spunta l’inquinamento».


Le associazioni


L’impegno profuso in questi anni per salvare il complesso di Legambiente, Italia Nostra e associazioni civiche è stato grande e lodevole. Oggi molte altre associazioni, gruppi, comitati locali e no si sono uniti a loro per salvare ciò che rimane del concimificio che ha contribuito a costruire una parte della storia lavorativa e sociale della nostra città. Anche noi, oltre ad aver collaborato dall’esterno, vogliamo e aggiungere la nostra voce per sostenere direttamente la causa del coordinamento delle varie associazioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA