Porto San Giorgio, battaglia sulle trivelle
Ecco la linea difensiva dei comuni costieri

No alle trivelle, ecco la strategia della costa sangiorgese
No alle trivelle, ecco la strategia della costa sangiorgese
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Sabato 16 Gennaio 2016, 12:00
PORTO SAN GIORGIO - No alla protesta di piazza, sì alla battaglia a suon di cavilli normativi. Questo l'assessore all'ambiente Umberto Talamonti promette al ministero dell'Ambiente sull'affaire trivelle.
Con lui si sono schierate anche le amministrazioni dei Comuni della costa fermana che interessate dalla vicenda. E il silenzio del dicastero dell'Ambiente sui quesiti posti dal pool di amministratori locali fa ben sperare l'assessore sangiorgese. La linea difensiva di Talamonti, illustrata ieri mattina in un incontro con la stampa, verte infatti sostanzialmente su tre critiche al decreto con cui il ministero ha di recente autorizzato le ricerche degli idrocarburi alla Appenine Energy: non è stata chiesta una valutazione ambientale strategica alla Croazia (per Talamonti propedeutica al decreto stesso e non da indicare, come ha fatto il Ministero, tra le prescrizioni a decreto emanato), l'area della ricerca, un rettangolo di circa 138 chilometri quadrati, rientra per più di un terzo nel limite delle 12 miglia nautiche, dove le nuove ispezioni non possono essere effettuate.

E terzo, ma non meno importante: "Se si autorizza una simile prospezione, per un anno nella zona in questione - spiega Talamonti - non possono essere effettuate altre attività analoghe. E invece so che in lista ce ne sono altre. Nei mesi scorsi abbiamo contattato gli altri Comuni della costa per un'azione congiunta. E così è stato. E meno male: abbiamo partecipato a una conferenza dei servizi e le nostre osservazioni hanno fatto in modo di arrestare il processo che dalle ricerche, passando per i pozzi esplorativi, sarebbe arrivato alle trivellazioni. Se non ci fossimo presentati, sarebbe valso il silenzio-assenso dei Comuni. Trattandosi di una ricerca a onde sismiche che interesserebbero un'area con un raggio di 55 miglia nautiche (circa 100 chilometri), con la circonferenza arriva a 7 miglia dalla costa croata. Quindi sarebbe a tutti gli effetti un'operazione transfrontaliera e di riflesso sarebbe servita una Vas preventiva della Croazia. Abbiamo comunque chiesto spiegazioni al ministero dello Sviluppo economico (quello che ha convocato i Comuni nella recente conferenza dei servizi). Ci hanno comunicato di aver sottoposto i quesiti sulla Vas e sull'impatto transfrontaliero al ministero dell'Ambiente il quale non ha ancora risposto nonostante i diversi solleciti. E questo ci fa ben sperare".
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