Convincere invece che imporre per portare a casa il 5% che conta

Convincere invece che imporre per portare a casa il 5% che conta

di Sauro Longhi
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Lunedì 18 Ottobre 2021, 10:35

Novanta per cento è la percentuale di vaccinati da raggiungere per avere la quasi certezza di confinare la diffusione del Covid e trasformare la pandemia in epidemia. In Italia abbiamo raggiunto l’85%, mancherebbe solo un 5%. Certo in queste percentuali non viene conteggiata la popolazione sotto i 12, e anche se si raggiungerà questa percentuale non si avrà la certezza che nessuno si ammalerà ancora di Covid, ma è comunque un risultato da raggiungere. Appena 12 mesi fa registravamo mille morti al giorno a causa del virus, quest’anno con i vaccini la situazione è molto più sotto controllo. Convincere tutti a vaccinarsi sarà difficile, ma cosa si può fare per convincere un 5% a farlo? I dati scientifici sono chiari, inequivocabili e documentati, valutati da panel indipendenti che ne hanno attestano la correttezza. L’evidenza è nei reparti di cura intensiva degli ospedali che sono diventati praticamente vuoti, la scuola che ha ripreso a funzionare in presenza, le attività culturali che si stanno rianimando senza più vincoli di capienza per teatri e cinema, le discoteche che stanno per riaprire, tutto grazie ai vaccini. Basta fare il confronto con l’anno scorso, stavamo combattendo contro la seconda ondata senza nessuna difesa. L’evidenza dovrebbe quindi portare tutti a vaccinarsi. Cosa impedisce a queste persone di farlo? La paura degli effetti indesiderati? In Italia oltre 44 milioni di persone hanno avuto somministrate due dosi, hanno ripreso le proprie attività con una maggiore protezione contro i contagi e gli effetti devastanti della malattia. Esistono persone che non si possono vaccinare per la fragilità o sensibilità del proprio sistema immunitario, pertanto chi si vaccina protegge anche loro, perché riduce la circolazione del virus e quindi la probabilità di contagio. Il vaccino è una protezione personale, ma utile anche agli altri. Anche chi sceglie di non vaccinarsi deve in ogni caso ringraziare chi lo ha fatto, senza di noi avrebbero molta più probabilità di ammalarsi. Anche la loro copertura al virus è garantita da tutti noi che abbiamo già scelto di vaccinarci. Il Covid scomparirà quando avremo la capacità di vaccinare tutti e ovunque.

Solo in questo modo potremo sconfiggere il virus, così come è accaduto per il vaiolo, dove è stato necessario realizzare una vaccinazione massiva in tutto il mondo. Ad oggi abbiamo Paesi con percentuali di vaccinati irrisorie, solo di qualche punto percentuale, e che avrebbero bisogno di tante dosi a costi contenuti. Su questo aspetto Papa Francesco è stato sempre molto esplicito, anche due giorni fa ha invitato i grandi laboratori e le grandi imprese del farmaco a liberalizzare i brevetti: «Compiano un gesto di umanità e permettano che ogni essere umano abbia accesso al vaccino». Papa Francesco è sempre attento ai bisogni degli ultimi, dei dimenticati, degli oppressi, dei fragili e sui vaccini è stato sempre molto chiaro: lo dobbiamo fare per gli altri oltre che per noi stessi. È un aiuto offerto agli indifesi, dovrebbe poter bastare questo per convincere chi ha ancora paura del vaccino. Cosa resta da fare per convincere i dubbiosi? Forse l’esempio. Chi ha una rappresenta politica e amministrativa in quanto eletto dai cittadini in maggioranza “vaccinati” dovrebbe dare l’esempio, dovrebbero essere i primi a vaccinarsi e a promuovere la campagna vaccinale. Bene ha fatto il premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi, a farsi fotografare mente gli viene somministrata la terza dose utile per rafforzare significativamente le difese delle prime due. Semplice è chiaro il suo messaggio: «La paura di vaccinarsi è irrazionale» e detto da un premio Nobel per la fisica dovrebbero bastare a convincere tutti. Cosa possiamo ancora dire per persuadere questo 5% a vaccinarsi? Possono bastare queste considerazioni a convincere chi non si è ancora vaccinato? Per me lo sono state. Imporre l’obbligo vaccinale in questa fase non credo sia utile anche perché non si avrebbero gli strumenti per attuarlo. Spero che queste mie semplici riflessioni possano convincere qualcuno. È meglio convincere piuttosto che imporre!

*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche


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