Per l’area marina protetta chiedere a Porto Cesareo

Per l’area marina protetta chiedere a Porto Cesareo

di Roberto Danovaro
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Giovedì 26 Novembre 2020, 10:20

La questione dell’area marina protetta della costa di Portonovo è sempre più un tema scottante da cui dipendono scelte importanti per il nostro futuro. Ricapitoliamo i fatti: il Ministero dell’Ambiente ha scritto pochi giorni fa alla Regione Marche e ai Comuni di Ancona, Sirolo e Numana chiedendo una risposta definitiva per l’istituzione dell’area marina protetta del Conero. Il Ministero, vista la reticenza dei Comuni di Numana e Sirolo, ha anche proposto anche una nuova perimetrazione che coinvolgerebbe solo il mare del Comune di Ancona. Ma tutti i sindaci incluso quello di Ancona hanno detto di non essere interessati. Anche la Regione Marche ha risposto in modo tiepido, dicendo che non sembrano esserci le condizioni. Le motivazioni per questo rifiuto però hanno dell’incredibile. I politici dicono che un’area marina protetta sarebbe un freno alle attività locali, un ennesimo carrozzone amministrativo che ci costringerebbe a macchinose burocrazie. La risposta appare assurda poiché sarebbero proprio i comuni a gestirla. Non ci sono né carrozzoni né indennità. Non si tratta di sborsare soldi, perché un comune può contribuire anche solo distaccando una propria unità di personale, come avviene in altre Aree marine protette. Al contrario l’area marine porterebbe finanziamenti superiori alle spese, inoltre potrebbe essere semplicemente integrata nel Parco del Conero, che è già governato proprio dai comuni di Ancona Numana Sirolo e della Regione Marche. Insomma, i nostri amministratori rispondono senza aver neanche capito di cosa si tratta. Dopo il lancio della sottoscrizione di firme fatto dal Comitato per l’Area Marina protetta del Conero, nel tentativo di negare l’ondata di consensi, alcuni amministratori si sono addirittura improvvisati come esperti di mare, dicendo che non c’è nulla di pregiato. Insomma, il Ministero dell’Ambiente, il Cnr di Ancona e dell’Università Politecnica delle Marche con la laurea in biologia marina più prestigiosa d’Italia dicono che si tratta di uno dei tratti di mare più belli del Paese da proteggere, ma per i nostri politici stanno sbagliando tutti. Tuttavia, il successo dell’iniziativa lanciata su change.org per raccogliere firme è indiscutibile. Stiamo andando verso le 7.000 firme i pochi giorni e la vicenda ha raggiunto una eco a nazionale. Si sono mossi in tantissimi per sollecitare un cambiamento di visione. Ieri si è aggiunta la firma di Donatella Bianchi Presidente del Wwf Italia che ha dedicato tante puntate di Linea Blu alla costa del Conero.

Marevivo ha lanciato una campagna nazionale. Anche il Presidente Nazionale del Club Alpino Italiano, Vincenzo Torti invita i nostri amministratori a ripensarci. Lo stesso sollecito viene da Italia Nostra per voce della Presidente Ebe Giacometti, da Antonio Cherchi di Slow Food Nazionale e dal Presidente di Marevivo Rosalba Giugni che è stata tra i primi promotori dell’area marina protetta a Capri di recentissima istituzione. E poi anche il Sip, il Forum italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio, insomma l’attenzione che ha ricevuto Ancona e la nostra Regione sulla questione area marina protetta non ha pari nella storia recente. La lettera di risposta del Presidente dell’Assemblea Regionale delle Marche al Tag sembra aprire una strada alla riflessione e forse, auspicabilmente a un ripensamento. E sarebbe un bene, perché nessuno pensa di togliere libertà o opportunità di crescita, al contrario, tutti quelli che hanno seguito l’esperienza di un’area marina protetta concordano nel sostenere che si tratta di una grande occasione di sviluppo e di ulteriore rilancio dell’economia locale. I nostri amministratori non devono credere a chi scrive, possono chiederlo direttamente al Sindaco di Porto Cesareo. Trent’anni fa anche quel Comune era ostile all’Amp, hanno minacciato chi la proponeva, bruciato le auto dei sostenitori e ora lo ritengono uno dei primi motori della crescita del territorio. Oggi Porto Cesareo è legatissima alla sua Area Marina Protetta, riceve finanziamenti nazionali ed europei. I pescatori, con i fondi dei progetti dell’Amp, hanno costruito nuove banchine di alaggio ecosostenibili e hanno aumentato la loro attività di pesca. È aumentato il turismo di qualità. Insomma, prima non la volevano, ora guai a chi gliela tocca. Il successo della raccolta firme per l’area protetta dice che i nostri amministratori non rappresentano il sentimento comune dei cittadini. Se continuassero a opporsi allora credo che sarà indispensabile proporre un referendum ad Ancona. Facciamo scegliere agli anconetani se vogliono o meno l’area protetta.

* Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine


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