La storia infinita dell’area marina protetta assomiglia sempre di più a un romanzo storico. È una sorta di rivisitazione dei Promessi sposi in cui il matrimonio tra Renzo e Lucia “non s’ha da fare”. Il matrimonio in questione è quello tra la Costa del Conero e l’area marina protetta. Il Don Rodrigo di turno ha usato i suoi “bravi” per invalidare la richiesta di un referendum popolare, cosa formalizzata pochi giorni fa. La similitudine è molto forte: nei Promessi sposi, uno dei dieci bravi al servizio di Don Rodrigo, Grignapoco, lavorava per ingannare Agnese e sviare le indagini. Il Grignapoco della commissione istituita dal Comune di Ancona, totalmente composta da uomini alla faccia della parità di genere, in questo caso ha dichiarato che il quesito referendario per l’istituzione di un’area marina protetta non era chiaro. Il quesito proposto era: “È favorevole all’istituzione dell’Area Marina Protetta Costa del Conero nel tratto di costa del Comune di Ancona che va dal Passetto allo scoglio della Vela, ai sensi delle leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991?”. Per renderlo più chiaro la commissione del Comune ha chiesto ai proponenti del referendum di riformularlo in un poema di 167 parole e 38 righe, nelle quali si metteva in guardia il cittadino sul fatto che con l’area marina protetta, tra le altre cose, non sarebbe stato possibile lo svolgimento di attività pubblicitarie (in mare?) o l’introduzione di armi, esplosivi, e altre corbellerie (tipo che non sarebbe consentita la navigazione a motore, quando è ben noto che, questa, nelle aree di tutela B e C previste dalla proposta ministeriale, è sicuramente consentita). Quindi, se fosse stato accettato il testo errato proposto dalla commissione del Comune di Ancona, il referendum sarebbe comunque stato invalidato per inapplicabilità dei riferimenti del quesito. Si tratta quindi della rivisitazione di un romanzo storico in cui il Comune di Ancona e la Sindaca in prima persona si stanno prendendo la responsabilità di rifiutare un diritto democratico, quello del referendum. Cosa che assomiglia alla mancanza di democrazia che caratterizzava la prima metà dell’800. Questo evento ha profili di incostituzionalità che potrebbe vedere certamente favorevole un ricorso alla Presidenza della Repubblica. Spero sinceramente che qualche gruppo consigliare voglia fare propria l’iniziativa ponendo fine a questa incredibile vicenda, altrimenti lo potranno fare comunque altri soggetti accreditati per legge come le associazioni ambientaliste Wwf Italia o Legambiente.
*Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto
nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine
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