La notizia viene rilanciata da giorni in tutto il mondo. Con questo titolo, su buona parte delle testate. “Dall’11 marzo la Russia si disconnetterà dall’Internet globale”. Mai fermarsi ai titoli: come sapete bene, cari lettori. A volte, son tanto icastici quanto imprecisi. Tocca fare la fatica - non uno sforzo sovrumano, dai - di leggere, e con attenzione, l’articolo che ci sta sotto, di leggerne più d’uno magari, abbeverarsi a più fonti. Per il momento, con ogni probabilità non avverrà nulla di così radicale. Non significa che la data odierna non segni, almeno a livello simbolico, uno spartiacque, né che non possa preludere a un reale, completo distacco della Russia dalla Rete mondiale. Vi riassumo lo stato delle cose, per quel che se ne sa, le informazioni sono incomplete e non tutte verificate verificabili al 100%. Un documento del Ministero per la Trasformazione Digitale - documento rilanciato via Twitter dal media bielorusso Nexta - contiene l’ordine di trasferire, entro oggi, tutti i server e i domini statali nel network interno russo, Runet, non collegato al World Wide Web. Leggiamo bene: “Servizi e domini statali”. Un provvedimento parziale, dunque. Una contromossa difensiva per contrastare le scorribande degli hacker occidentali (si direbbe che Anonymus stia colpendo più duro di quanto i russi non siano disposti ad ammettere) e per garantire il funzionamento della macchina statale nel caso in cui fosse il resto del mondo a escludere la Russia dal Web, richiesta in effetti avanzata dell’Ucraina e respinta dalla comunità internazionale. Come riportato in un bel pezzo apparso su Fanpage, “tecnicamente è possibile che un giorno la Russia decida di bloccare tutti i nodi che trasmettono e ricevono dati da e per l’esterno tagliandosi fuori dal nostro Internet. Ma le conseguenze sarebbero terribili. Potenzialmente qualsiasi dispositivo o servizio che non ha server in Russia smetterebbe di funzionare”. Resta il fatto che, se non oggi in futuro, l’ipotesi di una uscita totale della Russia dal Web non è affatto da escludere, la Duma nel 2019 ha votato una legge che rende lo switch possibile. L’isolamento piace ai dittatori e Putin questo è, gli oppositori o li arresta o li manda al camposanto, bella forza poi vincere le elezioni.
*Opinionista e critico cinematografico