Le brutte notizie estive: Internet Explorer è morto

Le brutte notizie estive: Internet Explorer è morto

di Giovanni Guidi Buffarini
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Sabato 18 Giugno 2022, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10:19

Un intermezzo malinconico prima di tuffarci nella lunga estate bollente e scatenata e smascherata, cercando di farlo per bene lo slalom fra Omicron 4 e Omicron 5 e Omicron Beta Release Craccata (quest’ultima non vi risulta? tranquilli, arriverà): cercando di non inforcare. Un intermezzo malinconico prima dell’estate da dormire quando capita, se capita, quasi mai, il calendario degli eventi è fitto come nel ‘19, la voglia di uscire e spassarsela è al top, e d’altro canto se vai a letto che ancora t’è rimasta una stilla d’energia col cavolo che prendi sonno con ‘sto caldo, e poi sarà peggio. Un intermezzo malinconico sebbene per la malinconia non abbia spiccata propensione e chiedo scusa se non riesco a ricacciarla indietro, non ce la faccio proprio, la notizia è troppo triste. Mercoledì, Internet Explorer è morto. Dismesso forever. E non conforta sapere che continuerà a funzionare ancora per un po’ (per concedere alle aziende il tempo di sostituirlo), un residuo di semivita non cambia la sostanza. Explorer è finito. Kaputt. E la tristezza raddoppia se appena rifletto che, non avessi letto la notizia, manco mi sarei accorto della scomparsa del compagno dei primi anni di navigazione nel pelago sterminato del cyberspazio, e scommetto anche voi: chi cavolo lo usava più il caro Explorer? E la tristezza triplica e diviene insostenibile, e la rabbia vi si mescola, osservando il tenore dei necrologi. Nessuno che versi una lacrima sul caro estinto. Al contrario, lo sfottono. Li chiamano meme, gli ingrati. In uno dei più apprezzati e cliccati e condivisi, la Signora con la falce e il nero mantello va a prendere il nostro vecchio amico. È tempo, gli dice. Seguimi. Quello non si muove. Compare la scritta, Internet Explorer is not responding. La Morte lo guarda allibita, noi no: quante volte abbiamo letto quella scritta, quanti ricordi. In un altro meme di straordinario successo, il leader Chrome tiene a rapporto Firefox, Safari, Opera e il caro Explorer. Cerca di motivarli. Chi siamo noi? Firefox e Safari e Opera rispondono lestissimi: Browser! Explorer tace. E cosa vogliamo? I tre, gasatissimi: Più velocità! Explorer, muto.

E quando la vogliamo? Il terzetto esaltato: Subito! Mentre Explorer, lui non batte ciglio. Però nella quarta vignetta sì che parla, forte e chiaro, mentre gli altri tacciono: Browser!, urla trionfante. Ok, come browser Explorer era una chiavica, diciamolo. Ma fu la principale porta d’accesso al Nuovo Mondo. Che percorrevamo, eccitati come pionieri, a bordo del novissimo et fiammantissimo Modem 56k, ‘n’altra chiavica, giudicato col metro odierno, ma allora il top del top, e l’oggetto più prezioso che avessimo mai posseduto. Che ci cliccavi sopra e faceva tu-tutu-tuttù e incrociavi le dita, non era affatto sicuro andasse a buon fine la connessione. Che le pagine - le pagine spartane dei siti fine anni Novanta - le apriva strisciolina per strisciolina, scaricare un file audio ci voleva il suo tempo, scaricare un video era impensabile. Era l’epoca dei portali che crescevano come funghi: Lycos, AltaVista, Infoseek, superEva, Kataweb, Infinito, HotBot, Jumpy, Pronto, e una settimana provavi uno, quella dopo passavi a un altro e su ognuno eri tentato di aprire una casella di posta elettronica, era elettrizzante aprire una nuova casella di posta elettronica, la mia prima email la spedii da FreeStreet (.it o .net? non ricordo). Era l’epoca delle serate trascorse su Yahoo Games, a giocare a carte o a scacchi. Non per le carte in sé, neanche per gli scacchi, ma per il brivido inedito di sfidare un giapponese, un americano, un finlandese, un australiano, un cileno, un chesoio, ognuno a casa propria eppure tutti lì, nella stesso spazio virtuale nello stesso momento, a giocare e a chattare. C’era un sacco di giocatori e chattatori certe sere, capitava che il server s’impallasse e ci buttasse fuori tutti insieme. Yahoo Games non esiste più, FreeStreet e la mia email (.net o .it fa uguale) nemmeno, un sacco di siti, un sacco di servizi un tempo popolarissimi han fatto la stessa fine toccata mercoledì a Explorer sbeffeggiato. La tecnologia marcia a ritmi forsennati, e chi non tiene il passo e fuori. E noi umani, ce la faremo a tenere il passo?

*Opinionista e critico cinematografico

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