I veri cristiani sono chiamati a impegnarsi per gli ultimi

I veri cristiani sono chiamati a impegnarsi per gli ultimi

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 10 Settembre 2023, 06:15

“In un mondo lacerato da conflitti e tensioni, è fondamentale non abituarsi al vocabolario della guerra e della discordia. Man mano che si impara a ferire con armi sempre più ignobili, si può rinunciare a farlo. Come si può ferire una persona, un parente, un amico con parole dure e gesti vendicativi, così si può rinunciare a farlo. Apprendere il lessico della pace significa restituire il valore del dialogo, della pratica della gentilezza e del rispetto dell’altro”. Le parole del Papa, nel messaggio indirizzato all’Unesco nella Giornata internazionale per l’alfabetizzazione 2023, chiamano in causa i cristiani e le persone di buona volontà, interpellando fortemente anche i mass media e chi opera nel campo dell’informazione e della comunicazione. Parlare e scrivere in modo chiaro, comprensibile e sincero è segno di libertà interiore a partire da quanti di occupano delle fragilità e delle periferie geografiche ed esistenziali. L’esempio arriva dalla “Evangelii Gaudium” dove viene raffigurato l’uso del poliedro anziché della sfera come modello della realtà. Con tutto quello che ciò comporta in termini di salvaguardia della pluralità e delle differenze: all’interno della Chiesa e nel rapporto con la società. A differenza della sfera, identica da qualunque prospettiva la si guardi, il poliedro riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità. Pur avendo la sua unità, ciascuna faccia mantiene la concretezza della propria individualità e l’aspetto dell’insieme dipende dal concorso di tutte. Ecco il punto: siamo facce di un poliedro irregolare, che tiene insieme anche altre prospettive e competenze. In quanto tale, la comunicazione ha un ruolo fecondo e prezioso da giocare. A condizione, però, di non preoccuparsi di essere al centro di tutto. Il Pontefice esorta a investire più risorse ed energie nel campo dell’educazione, della comunicazione, della scienza e della cultura: le uniche “armi” legittime ed efficaci da utilizzare per costruire un futuro di speranza. La trasmissione dei saperi e delle competenze scaturisce spontaneamente da un patto tra le generazioni.

Infatti, si impara interagendo. Se vogliamo un mondo più fraterno, dobbiamo educare le nuove generazioni a riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, a prescindere dal luogo del mondo dove si è nati o si abita. È fondamentale testimoniare quotidianamente la persistenza del bene, nella convinzione che faccia più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, e mostrando ciò che l’umanità di oggi non è più in grado di vedere a causa delle cataratte storiche o ideologiche che spesso riducono la vista. Solo in tal modo è possibile accendere i riflettori della mente e del cuore sui cosiddetti uomini-scarto e su altre tematiche critiche come l’urgente necessità di fratellanza con i migranti e la catastrofe ecologica che minaccia la vita principalmente dei popoli più poveri. È la galassia degli invisibili. Come ripeteva Madre Teresa, qualunque cosa noi compiamo per loro è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno. Ognuno può ridonare fiducia e speranza, come la luce del faro di un porto o di una torcia portata in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si trovano in mezzo alla tempesta, cercando di accompagnare con attenzione e premura i più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito. I veri cristiani sono chiamati a ribaltare l’atteggiamento dell’indifferente, di chi è assuefatto dinanzi a ogni questione, ogni dramma. Uno dei più grandi pericoli per l’uomo è chiudere il cuore per non prendere in considerazione gli altri, serrare gli occhi per non vedere ciò che lo circonda o scansarsi per non essere toccato dai problemi altrui. È importante promuovere, senza tentennamenti, una cultura di solidarietà e speranza, a partire da una vocazione educativa primaria ed imprescindibile. Non dimentichiamo che ogni persona, nel suo piccolo, può contribuire a essere “voce degli ultimi” trasmettendo i valori dell’amore e della fraternità, della convivenza e della condivisione, dell’attenzione e della cura verso ogni fratello.

*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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