Una nuova sponda per l’Africa: l’economia globale che cambia

Una nuova sponda per l’Africa: l’economia globale che cambia

di Sauro Longhi
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Lunedì 13 Giugno 2022, 06:30

Come dicono gli Economisti, si stanno riconfigurando le catene globali del valore. La pandemia e le difficoltà logistiche che ne sono seguite stanno spingendo verso una regionalizzazione delle produzioni. La guerra tra Russia e Ucraina sta rendendo più difficili le rotte commerciali continentali tra l’Europa e l’Asia imponendo nuove scelte che tentano di contenere le distanze. Nella crisi energetica prodotta dalla guerra, si stipulano nuovi accordi con i Paesi africani per nuove fonti fossili, in attesa di realizzare una vera transizione verso le rinnovabili. Passo dopo passo stiamo creando una maggiore collaborazione con il continente che ci è più vicino, l’Africa, attraverso il mare che ci unisce, il Mediterraneo.

Nel report “Verso Sud” recentemente presentato dalla Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, queste prospettive vengono chiaramente individuate proponendo un maggiore protagonismo economico dell’Italia e in particolare del suo Mezzogiorno. L’intera Europa dovrebbe condividere questo obiettivo, di un maggior coinvolgimento economico con l’Africa, proponendo una equa collaborazione e contribuendo allo sviluppo con nuove catene produttive più vantaggiose e forse più stabili grazie alle ridotte distanze. La Commissione Europea con il progetto di investimenti Global Gateway Africa-Europa punta ad assicurare un importante sostegno all’Africa per una ripresa e una trasformazione che siano forti, inclusive, verdi e digitali: accelerando la transizione verde, ad esempio con la produzione di idrogeno; promuovendo la transizione digitale con una maggiore diffusione della connettività e di Intenet e quindi con un’ampia condivisione di informazioni e conoscenza; favorendo la crescita sostenibile con la creazione di posti di lavoro dignitosi creando così nuove catene globali del valore; rafforzando i sistemi sanitari, ad esempio con la capacità di produzione e distribuzione dei vaccini; migliorando l’istruzione e la formazione. Forse quest’ultimo è l’impegno più importante, per assicurare una maggiore autonomia e giustizia sociale.

La democrazia e la libertà si promuovono con la scuola, unico strumento per formare cittadini consapevoli e liberi di scegliere.

Vi propongo due testimonianze dei nostri studenti. Alcuni anni fa ebbi un incontro con alcuni studenti di ingegneria provenienti dall’Africa e ricordo una domanda che mi fece uno di loro: «Professore se un giorno, una volta laureati, a fronte dei costi che l’Italia ha sostenuto per farci studiare, noi decidessimo di tornare nel nostro paese di origine per mettere in pratica quanto abbiamo imparato, lei come ci giudicherebbe?».

La mia risposta fu semplice: «Sarà stato il nostro migliore investimento». Il secondo ricordo è legato ad un progetto di giovani studenti di Ingegneria edile e dell’architettura, nati nelle Marche e vincitori del concorso internazionale “InsideOut” per la progettazione e costruzione di una scuola nel rispetto delle culture e dei materiali di quei luoghi. Con il piccolo finanziamento ottenuto, sono andati ed hanno costruito la scuola. Ora i bambini di Yeboahkrom in Ghana, grazie ai nostri studenti, hanno finalmente una scuola. Sono sempre più convinto che il futuro dell’Europa sarà strettamente legato a quello dell’Africa. Occorre pianificare politiche economiche di sviluppo lungimiranti che guardino al futuro delle nuove generazioni e che sappiamo promuovere crescita economica e sociale di questo continente, come del resto ha sottolineato il Governatore Visco nelle considerazioni finali alla relazione annuale della Banca d’Italia: «Oltre la metà del previsto aumento della popolazione mondiale […]sarà concentrato in Africa: uno sviluppo sostenuto e sostenibile delle economie di questo continente è cruciale […]». Il potenziale demografico di questo continente è necessario all’Europa, senza una politica attiva di collaborazione tra le sponde del Mediterraneo non vi sarà futuro per l’Europa e più in generale per l’intero pianeta. Le scelte vanno sempre fatte nell’interesse delle nuove generazioni.

* Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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