Inverni caldi e con meno neve: ha senso un impianto di risalita?

Inverni caldi e con meno neve: ha senso un impianto di risalita?

di Mario Paci
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Martedì 16 Gennaio 2024, 05:10

Anche nelle Marche, come per l'Italia in generale, nel 2023 si registra un nuovo record per la temperatura media superando il precedente primato del 2022. L’inverno 2023 è stato il quarto inverno consecutivo più caldo: la temperatura media stagionale (pari a 7,3°gradi) è stata di 1,6 gradi superiore alla media 1991-2020. E la Sigea, Società italiana di Geologia ambientale, segnala un calo generalizzato dei quantitativi stagionali di neve (di 2-3 cm a stagione) ma soprattutto del numero di giorni continuativi con permanenza di neve al suolo. I cambiamenti climatici, quindi, dovrebbero indurre gli amministratori a riflessioni più accurate su quale sarà il futuro delle infrastrutture, l'utilizzo dei finanziamenti, i benefici per la comunità.

Oramai è un dato assodato che, salvo qualche eccezione, le abbondanti nevicate degli anni Ottanta e Novanta saranno sempre più rare. Recentemente ci sono state stagioni dove addirittura la neve non è quasi mai caduta al punto che gli impianti sciistici sono rimasti quasi sempre chiusi con inevitabili costi di gestione. Ciò è avvenuto specie nei centri con altitudine meno elevata come a monte Piselli (1.400 metri circa) montagna di confine fra le Marche e l'Abruzzo, fra le province di Ascoli e Teramo. Gli impianti sono gestiti dal Cotuge (consorzio turistico dei monti Gemelli) composto da soci pubblici ascolani e teramani. Questi ultimi, negli anni scorsi, sono stati un po' distratti, concentrati più sugli altri impianti sciistici abruzzesi (Prati di Tivo e Prato Selva).

Ma negli ultimi anni le cose sono cambiate, anche grazie alla gestione più inclusiva del consorzio. E soprattutto a fare cambiare loro idea è il fiume di finanziamenti che sta scorrendo. Il sogno ora è la realizzazione di un nuovo impianto di risalita, una cabinovia che dovrebbe partire da Colle San Giacomo e che consentirebbe di raggiungere sia l’Intermedia, dove attualmente è posta la partenza della seggiovia, che la cima di Monte Piselli. Il consiglio di amministrazione del Cotuge ha affidato gli incarichi ai tecnici per effettuare i rilievi geologici e topografici propedeutici alla progettazione del nuovo impianto di risalita. Ci sono già a disposizione 12 milioni di euro. Nel frattempo, anche l’ente Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, non si è mostrato contrario alla realizzazione della nuova opera e pertanto già entro la prossima estate si potrebbe avere a disposizione il progetto definitivo per poter poi procedere con gli appalti.

Sul tavolo del ministero, invece, c’è già la richiesta per cambiare la dicitura del Parco e acquisire quella di “Parco del Gran Sasso, dei Monti della Laga e dei Monti Gemelli” a sottolineare un processo di crescita e un ruolo sempre crescente delle nostre montagne.

Il Cotuge ha deciso di rimettere in funzione il campo scuola di Monte Piselli, ovvero quello che per tutti era il “Campetto” dove generazioni di appassionati hanno imparato a inforcare gli sci. Si è deciso, infatti, di installare uno skilift e renderlo di nuovo fruibile. Si aggiungono poi le risorse a disposizione per ricostruire il rifugio Walter Luzi. L’idea su cui si sta lavorando, inoltre, è quella di realizzare la nuova stazione di arrivo e partenza della cabinovia a monte dove realizzare anche un rifugio a disposizione di chi usufruirà del nuovo impianto di risalita.

Se, dunque, non ci sarà più tanta neve, la montagna dovrà essere vissuta tutto l'anno. Ma varrà la pena spendere tutti questi soldi? Il dubbio affiora. Dopo l'auspicata realizzazione della cabinovia, i gestori ce la faranno a portare avanti le previste, periodiche, manutenzioni? Quello che è accaduto agli impianti minori dell’Appennino, che dopo alcuni non ce la fanno a fare quadrare i conti e quindi sono costretti a chiudere, potrebbe accadere anche a monte Piselli? Secondo alcuni esperti, molte delle cabinovie realizzate in montagna sono in perdita con gli incassi che non riescono a giustificare le spese di gestione e manutenzione.

Chi ha più impianti e molti chilometri di piste innevate, come sulle Alpi, riesce a compensare con il numero degli ski- pass ma monte Piselli? La montagna dovrebbe diventare attrattiva non solo d'inverno ma anche negli altri mesi dell'anno, magari coinvolgendo appassionati (sci d'erba? e bikers). Basterà? Per gli amministratori le prossime tappe saranno più impegnative dei paletti di uno slalom. 

*  responsabile della redazione di Ascoli Piceno del Corriere Adriatico

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