Cari Braghettoni, vi ringrazio. Giù le mani dal capitano Achab

Cari Braghettoni, vi ringrazio. Giù le mani dal capitano Achab

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 3 Marzo 2023, 05:55

Cronaca di una spettacolare avanzata seguita da fulminea ritirata, le classiche pive nel classico sacco. Tutto in una settimana. Dapprima, Puffin Books, editore dei libri di Roald Dahl, ha annunciato che i testi, fra i più amati classici per l’infanzia, sarebbero stati ripubblicati in versioni ripulite da espressioni oggi considerate violente o razziste o chenesò. Tripudio da parte degli Woke, gli autoproclamati Risvegliati, gli instancabili paladini d’ogni minoranza fuorché, s’intende, della minoranza d’ogni minoranza, il singolo individuo. Indignazione, di contro, da parte degli appassionati di quella cosa chiamata letteratura, gentaglia, si capisce, che i Risvegliati tacciano in automatico di conservatorismo, quando ci van piano.

Partita chiusa, Roald Dahl massacrato, ovviamente a fin di bene? No, si è anticipato. Ché un sondaggio pubblicato dal Daily Mail ha rivelato che il 98% dei lettori avrebbe evitato come la peste le versione ripulite. Immagino che altre e accurate ricerche di mercato saranno state condotte dalla casa editrice, da cui la decisione di rimangiarsi tutto, e non cambiare una virgola nei libri di Dahl. La disfatta dovrebbe consigliare i Risvegliati a concedersi un lungo sonno ristoratore. Ne avrebbero bisogno: per riacquistare lucidità. Macché, dopo Roald Dahl han messo nel mirino Ian Fleming, quel James Bond non era mica politicamente corretto, signora mia. Finirà con una nuova wokedisfatta: nessuno sarà tanto masochista da stampare volumi destinati a restare invenduti, ad andare al macero. Confesso una mia perversione. Questi inclusivisti invasati, questi ossessionati da qualsiasi cosa possa, a loro avviso, turbare la sensibilità d’alcuno, questi censori in servizio permanente effettivo, questa gente, piano piano, ho imparato ad apprezzarla.

Punto primo. Il loro paternalismo spudorato («noi sappiamo ciò che è buono e giusto per ognuno di voi») e mai ammesso, le loro dichiarazioni tonitruanti, la loro illimitata capacità di indignazione per cose anche le più futili, la loro indefessa volontà di sbianchettare la storia, tutta ‘sta roba mi diverte quasi come una gag dei Monty Python.

Punto secondo.

Perché mi fanno risparmiare energie e tempo. Se in un libro sento puzza di politicamente corretto, ne interrompo subito la lettura e passo ad altro. Se qualcuno, invece di scrivere “tutti” - oppure “tutte e tutti”, se proprio - scrive “tutt*”, per me quella persona è out, non voglio averci niente a che fare.

Punto terzo. Perché hanno restituito a tante letture a tante visioni il fascino del proibito. Il gusto di far quello che non dovresti. Gli woke, che sempre (stra)parlano di consapevolezza, non ne sono consapevoli, ma fra i loro progenitori - son mica originali come pretenderebbero - c’è la Chiesa Cattolica che per non turbare la sensibilità dei fedeli fece coprire dal Braghettone i genitali michelangioleschi della Sistina, e che i libri ritenuti pericolosi per la salute morale e per il chenesò metteva all’Indice. Per tutte queste ragioni vi ringrazio, cari Braghettoni che manco capite la differenza tra discutere un’opera d’ingegno e manometterla, sconciarla. Vi ringrazio e vi invito a non dar retta a Salman Rushdie, a Whoopi Goldberg, a tutti quelli che dopo l’affaire Roald Dahl vi hanno invitato a smetterla di sparar minchiate censorie.

Ascoltate me invece. Andate avanti, fate di meglio, si può sempre far di meglio. Roald Dahl, Ian Fleming: bravi autori, d’accordo, ho letto entrambi con piacere. Però ora alzate il tiro, pigliatevela con i sommi. Il primo nome che mi viene in mente: Herman Melville. “Moby Dick”, fra i più grandi romanzi mai scritti. E tuttavia, vi pare in linea con la sensibilità odierna, e vale a dire con la vostra sensibilità, ché oltre al vostro naso non guardate, Braghettoni miei? Riscrivete “Moby Dick”: da cima a fondo, impossibile redimerlo cambiandone solo qualche parola qualche frase, sarete d’accordo. Ve la suggerisco io la nuova trama. Il capitano Achab raduna un equipaggio multiculturale, multisessuale e multitutto. La barca incrocia una balena bianca. Achab decide che dedicherà la vita alla difesa di simile meraviglia della natura. Dai, Illuminati, fatemi ridere fino a star male.

* Opinionista e critico cinematografico

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