Stipendi Statali, i nuovi aumenti estesi anche ai precari: incrementi mensili da un minimo di 50 fino a 90 euro

Da gennaio buste paga più pesanti per 420 mila dipendenti a termine

Statali, i nuovi aumenti estesi anche ai precari: incrementi mensili da un minimo di 50 fino a 90 euro
Statali, i nuovi aumenti estesi anche ai precari: incrementi mensili da un minimo di 50 fino a 90 euro
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Giovedì 2 Novembre 2023, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 08:41

I precari della Pubblica amministrazione sono stati esclusi dall’anticipo natalizio “una tantum” previsto per i dipendenti pubblici. Ma, come previsto dalla manovra, dalla busta paga di gennaio riceveranno anche loro, “a rate”, la prima fetta degli aumenti contrattuali. Il governo ha messo sul tavolo 5 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Due miliardi saranno pagati subito, prima della tredicesima, come ha promesso il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. Si tratta dell’indennità di vacanza contrattuale «aumentata» di 6,7 volte e che avrebbe dovuto essere pagata a partire da gennaio. Sarà invece versata tutta immediatamente. Ma da questo beneficio il decreto “anticipi” ha eslcuso espressamente i dipendenti a tempo determinato. Con la manovra invece, i “precari” tornano in pista. Quello che non hanno ottenuto a Natale, lo avranno in busta paga frazionato mensilmente, a partire dal prossimo mese gennaio. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, i dipendenti a termine della Pubblica amministrazione sono circa 420 mila, la maggior parte dei quali (oltre 200 mila) nella scuola. 

Gli aumenti

Quale sarà il beneficio economico che otterranno a partire da gennaio? Per un insegnante a tempo determinato della scuola dell’infanzia, per esempio, la nuova indennità di vacanza contrattuale potrà oscillare (a seconda degli anni di anzianità) da 58 euro al mese, fino a 85 euro, contro una somma pagata oggi che oscilla tra 8,79 e 12,72 euro. Un aumento in busta paga, insomma, tra 50 e 70 euro al mese. Per un docente di scuola media o di scuola superiore, la nuova indennità di vacanza contrattuale che sarà pagata da gennaio, oscillerà tra 63 euro e 99 euro sempre a seconda dell’anzianità di servizio, contro un importo che oggi va invece da 9,52 a 14,79 euro. Nella Sanità, dove ci sono circa 60 mila precari, la nuova indennità sarà compresa tra 50 e 90 euro a seconda degli inquadramenti, contro un valore attuale che oscilla tra 7,55 e 13,37 euro. Il pagamento della “vacanza contrattuale” maggiorata, è in pratica un anticipo degli aumenti che tutti i dipendenti pubblici riceveranno con il prossimo rinnovo del contratto.

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Il costo

La relazione tecnica della legge di Bilancio, alza il velo su quale sarà l’effettivo aumento di stipendio per gli statali una volta che l’Aran e i sindacati avranno trovato un accordo sul contratto. L’incremento delle buste paga sarà del 5,78 per cento a partire dal primo gennaio 2024 (dunque una volta sottoscritto il contratto saranno versati anche gli arretrati dal mese di gennaio a quello della firma degli accordi). Il costo di 5 miliardi di euro per le casse dello Stato del rinnovo contrattuale, spiega la relazione tecnica del governo, è stato calcolato considerando 1,9 milioni di dipendenti pubblici statali che percepiscono una retribuzione media di 35.860 euro. 
Ci sono poi altri 1,39 milioni di dipendenti pubblici del cosiddetto settore “non statale”, che comprende la Sanità e gli enti locali.

Questi ultimi dovranno finanziare gli aumenti di stipendio per i propri dipendenti trovando le risorse all’interno dei loro bilanci. 

I conteggi

Per farlo, considerando una retribuzione media in questi comparti di 40.310 euro, serviranno altri 4,45 miliardi. Le Regioni non dovrebbero avere grandi problemi a versare gli aumenti ai medici e agli infermieri, visto che si tratta di risorse che sono state poste a carico del Fondo sanitario nazionale, aumentato di 2,3 miliardi dalla manovra di bilancio proprio per consentire il rinnovo dei contratti nella Sanità. Qualche problema in più, invece, potrebbero averlo sia le Regioni per il personale non medico (quello amministrativo), sia i Comuni, le province e le Città metropolitane. Gli enti locali dovranno infatti finanziare gli aumenti con i loro bilanci, e tenendo conto anche del fatto che la manovra li ha obbligati a partecipare alla spending review per circa 3 miliardi di euro complessivi. 

Il fronte dei medici

Resta intanto caldo il fronte dei medici, dopo la revisione dei coefficienti di calcolo delle loro pensioni a partire dal 2024 (insieme a quelle di infermieri, maestre d’asilo e dipendenti comunali). Il Ssn, ha spiegato Pierino Di Silverio, segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l’Anaao Assomed, «rischia di crollare». I numeri lo dimostrano: «Circa 6mila medici e dirigenti sanitari del Ssn - spiega - hanno già maturato i requisiti pensionistici o li matureranno nel 2024, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi e 67 anni di età. Prevediamo che ci sarà un esodo perché i professionisti che potranno andare in pensione sceglieranno probabilmente di farlo subito, per evitare il pesante taglio alla loro pensione che scatterà dal primo gennaio 2024». Dunque, avverte Di Silverio, «si rischia un abbandono massiccio del Ssn già da subito e si delinea un quadro nero per una Sanità pubblica già in crisi.

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