Stipendi statali, aumenti entro Natale: arriva l'anticipo. Nel 2024 nuovo contratto

Saranno stanziati subito i primi fondi per gli stipendi dei dipendenti pubblici

Statali, aumento stipendi entro Natale: arriva l'anticipo. Nel 2024 nuovo contratto
Statali, aumento stipendi entro Natale: arriva l'anticipo. Nel 2024 nuovo contratto
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Sabato 7 Ottobre 2023, 09:25

Un primo aumento subito, da inserire nelle buste paga entro la fine dell’anno. E poi con i fondi che saranno stanziati nella manovra, un nuovo contratto da firmare con i sindacati entro il 2024.

Per 3,2 milioni di dipendenti pubblici la stagione del rinnovo degli accordi economici sta di nuovo per aprirsi. Nelle prossime settimane il governo adotterà un decreto da 3,2 miliardi di euro all’interno del quale troverà spazio uno stanziamento per il settore pubblico.

Del rinnovo dei contratti si parlerà anche il 19 ottobre, data in cui il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha convocato i sindacati. La cifra dell’acconto del contratto è ancora oggetto di trattativa, ma potrebbe aggirarsi attorno al miliardo di euro. Prima dovranno essere compiuti però, alcuni passaggi. Il primo sarà l’approvazione da parte del Parlamento di un deficit extra sia per quest’anno che per il prossimo come previsto dalla Nadef, la Nota che aggiorna le previsioni economiche del Paese.

La settimana prossima ci sarà il ciclo di audizioni (il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti sarà audito martedì), poi la maggioranza presenterà una risoluzione che dovrà essere votata da entrambe le camere. A quel punto i soldi saranno disponibili per il decreto. Non è ancora chiaro, perché è in discussione, se a beneficiare dell’aumento “natalizio” saranno tutti i dipendenti pubblici o solo alcuni.

Le categorie

Il governo, come ha dichiarato lo stesso ministro Giorgetti, sarebbe intenzionato a dare un segnale particolare a medici e infermieri. L’idea da tempo sul tavolo, è quella di estendere l’indennità (100 euro per i medici) assegnata a chi lavora nei pronto soccorso a tutti gli altri camici bianchi. Ma si tratterebbe di una mossa che rischierebbe di deludere tutti gli altri dipendenti pubblici, dagli insegnanti, fino ai vigili urbani e ai ministeriali. Probabile dunque, che l’anticipo degli aumenti sia generalizzato. Tecnicamente potrebbe prendere anche la forma di un rafforzamento dell’indennità di vacanza contrattuale, la somma riconosciuta in busta paga nelle more del contratto.

Oggi questa cifra è limitata allo 0,5 per cento dello stipendio. Potrebbe essere alzata retroattivamente per tutto il 2023 ed erogata a ridosso di Natale. Sarebbe anche un modo per “assorbire” nel contratto il bonus dell’1,5 per cento della retribuzione (una cifra che oscilla da 26 a 90 euro al mese a seconda delle mansioni) deciso con la manovra dello scorso anno ma che andrebbe a scadenza alla fine del 2023.

Il passaggio

Come detto, poi, con la legge di Bilancio il governo stanzierà le risorse necessarie a convocare già da gennaio i tavoli per il rinnovo del contratto per il triennio 2022-2024. Il treno della contrattazione pubblica viaggia sempre in ritardo. Nell’ultimo anno e mezzo sono stati rinnovati quasi tutti i contratti pubblici, ma si tratta di quelli scaduti nel 2021 e che coprivano il triennio che partiva nel 2019. Il prossimo anno, il 2024, sarà l’ultimo anno invece, del triennio contrattuale 2022-2024.

Quante risorse renderà disponibili la manovra per avviare i negoziati con i sindacati? Il ministro della Pubblica amministrazione Zangrillo ha chiesto 6 miliardi di euro (che diventerebbero 12 miliardi se si considera che poi Regoini e Comuni dovranno finanziare i rinnovi per il loro personale in autonomia). Più probabile che la somma finale sia di 3miliardi (che poi diventerebbero sei con Regioni e province). Ma si tratta di numeri sui quali ancora si discute. 

Il meccanismo

Per ora ci dovrebbe essere però, come detto, l’anticipo di fine anno. Il meccanismo dovrebbe in qualche modo essere simile a quello deciso dal governo per la perequazione delle pensioni, che pure entrerà nel prossimo decreto da 3,2 miliardi. Il conguaglio anticipato arriverà a novembre e dovrebbe essere dello 0,8 per cento. Si tratta della differenza tra la rivalutazione del 7,3 per cento decisa provvisoriamente e il dato finale dell’inflazione certificato dall’Istat che, invece, è stato dell’8,1 per cento.


Tuttavia anche l’anticipo del conguaglio seguirà il sistema della “tagliola” per le pensioni medio-alte. La rivalutazione sarà piena soltanto per gli assegni fino a quattro volte quelli minimi, all’85 per cento le pensioni da 4 a 5 volte il minimo (in pratic 2.100 euro mensili netti), al 53% le pensioni da 5 a 6 volte il minimo (2.620 euro netti), per arrivare gradualmente fino al 32% le pensioni oltre 10 volte il minimo Inps (oltre5.250 euro). 
 

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