Nel clima di incertezza che continua a dominare anche il nuovo anno, qualcosa si muove. Un'indizio importante viene dai mutui, che vedono per la prima volta tassi in controtendenza dopo 24 mesi consecutivi di rialzi. È presto per sancire l'inizio dell'inversione di tendenza sulle prospettive ma ormai il clima diverso e più ottimista, già avvertito dai mercati, si va espandendo. Ma questo calo del tasso non ha coinvolto tutti.
Il calo dei mutui a tasso variabile
Primo dietrofront dei tassi sui mutui dopo 24 mesi di rialzi, in vista dei tagli attesi dal mercato da parte della Bce nel 2024. A dicembre, secondo i dati diffusi dall'Abi, quelli sulle nuove operazioni sono scesi al 4,42% dal 4,5 del mese precedente. A dicembre 2022 era pari al 3,01%. Come sottolinea l'Abi il ribasso è influenzato dall'andamento di mercato dei tassi Irs, sceso nelle scorse settimane, su cui si basano i mutui a tasso fisso anche se restano le incognite geopolitiche per i prossimi mesi. Nel rapporto inoltre si rileva che «sul totale delle nuove erogazioni di mutui il 62,5% erano mutui a tasso fisso (79,3% il mese precedente). Il tasso medio sui nuovi prestiti in euro alle società non finanziarie è salito al 5,69% (1,44% a giugno 2022; 5,48% a fine 2007). Il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è risultato invece stabile e pari al 4,76% (2,21% a giugno 2022; 6,16% a fine 2007».
Perché non calano per tutti
Come spiega il Sole 24 ore la discesa dei tassi dei mutui variabile non ha coinvolto tutti nel mese di gennaio. Alcuni mutuatari hanno addirittura visto salire il valore. Il motivo è da ricercare nella modalità in cui le banche usano gli indici Euribor. «Ci sono alcuni istituti che prendono l’indice a fine mese, altri fanno la media mensile e altri, più semplicemente, considerano l’Euribor di metà mese - ha spiegato al quotidiano economico Stefano Rossini, ad di MutuiSupermarket.it - non essondoci un metodo unico utilizzato dagli istituti di credito è comprensibile che in alcuni casi non si sia vista una riduzione della rata di gennaio. Parliamo in ogni caso di variazioni, sia in discesa che in salita, di poco rilievo perché gli indici Euribor si sono mossi poco recentemente. Si stanno stabilizzando in attesa di capire quando e se la Bce taglierà effettivamente i tassi».
Il tema tassi a Davos
E parlare di un taglio dei tassi non è più un tabù nemmeno tra i banchieri centrali che si aggirano al World economic forum di Davos, inseguiti dalle domande sulle prossime mosse della Bce.
L'ottimismo
Anche il governatore della Banca centrale portoghese, Mario Centeno, vede l'inizio di una nuova era, convinto che la Bce non dovrebbe tirare troppo la corda mettendo a rischio la ripresa che già sarà debole quest'anno. Ma le prospettive sul rientro dei tassi restano appese alla nota frattura tra falchi e colombe. Il governatore della banca centrale austriaca, Robert Holzmann, lasciando Davos ha avvertito che i mercati resteranno molto delusi dalle prossime mosse, perché «non è immaginabile» che il consiglio direttivo, previsto la prossima settimana, inizi a parlare di un allentamento della politica monetaria.
Lagarde: «Siamo sul percorso giusto»
«Siamo sul percorso giusto» verso il ritorno dell'inflazione al 2% «ma finché non siamo convinti che è stabilmente proiettata verso il 2%, e questo è supportato dai dati, non cantiamo vittoria»: lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde intervistata da Bloomberg tv. «Senza un altro shock economico abbiamo raggiunto il picco» dei tassi «ma dobbiamo rimanere restrittivi finché non raggiungiamo la certezza», ha aggiunto. Sale il consenso tra i banchieri centrali sul primo taglio dei tassi che potrebbe arrivare entro l'estate: lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, intervistata da Bloomberg tv. Rispondendo a una domanda sull'ottimismo di alcuni banchieri centrali che vedono probabile un taglio dei tassi entro l'estate, la presidente ha spiegato che ognuno di loro parla guardando ai dati domestici ma poi la decisione nel Consiglio direttivo si prende guardando ai dati di tutti. «Anche io direi che è probabile, ma devo essere prudente perché restiamo dipendenti dai dati e c'è ancora incertezza, con alcuni dati non ancorati al livello che vorremmo», ha concluso.