Apple, multa record dall'Ue: 1.8 miliardi per violazione della concorrenza sui servizi di streaming musicale

Dall'indagine della Commissione è emerso che Apple vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare in modo completo gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi

Apple, multa record dall'Ue: 1.8 miliardi per violazione della concorrenza sui servizi di streaming musicale
Apple, multa record dall'Ue: 1.8 miliardi per violazione della concorrenza sui servizi di streaming musicale
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Marzo 2024, 16:20

L'Unione Europea ha inflitto oggi una delle ammende più alte mai comminate all'azienda Apple, che «per un decennio ha abusato della propria posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale attraverso l'App Store. Lo ha fatto impedendo agli sviluppatori di informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell'ecosistema Apple», ha spiegato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager. La somma si aggira intorno agli 1,8 miliardi di euro, ben oltre i 500mila euro che erano attesi. 

La multa

Nel fissare l'importo dell'ammenda, la commissione ha tenuto conto della durata e della gravità dell'infrazione, ma anche del fatturato totale e della capitalizzazione di mercato di Apple. La somma forfettaria di 1,8 miliardi di euro è stata pensata per garantire che la multa complessiva inflitta ad Apple sia sufficientemente deterrente. Bruxelles indica: «Era necessaria in questo caso perchè una parte significativa del danno causato dalla violazione consiste in un danno non monetario, che non può essere adeguatamente contabilizzato secondo la metodologia basata sulle entrate, come stabilito negli orientamenti della Commissione sulle ammende del 2006». In particolare, si riferisce che «l'ammenda deve essere sufficiente a dissuadere Apple dal ripetere l'infrazione attuale o simile e dissuadere altre società di dimensioni simili e con risorse simili dal commettere la stessa o simile violazione».

Le motivazioni

Dall'indagine della Commissione è emerso che Apple, «vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare in modo completo gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell'app e di fornire istruzioni su come abbonarsi a tali offerte».

In particolare, le disposizioni vieterebbero agli sviluppatori di app di informare gli utenti iOS sui prezzi delle offerte di abbonamento disponibili su Internet al di fuori dell'app e sulle differenze di prezzo tra gli abbonamenti in-app venduti tramite il meccanismo di acquisto in-app di Apple e quelli disponibili altrove. Sostiene la Commissione che il comportamento di Apple, durato quasi dieci anni, «potrebbe aver portato molti utenti iOS a pagare prezzi significativamente più alti per gli abbonamenti in streaming musicale a causa delle elevate commissioni imposte da Apple agli sviluppatori e trasferite ai consumatori sotto forma di prezzi di abbonamento più elevati per gli sviluppatori». 

La replica di Apple

Apple ha commentato subito la decisione, attesa, dell'Antitrust Ue: «La decisione è stata presa nonostante l'incapacità della Commissione di scoprire prove credibili di danni ai consumatori e ignora la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in rapida crescità. Il principale sostenitore di questa decisione, e il più grande beneficiario, è Spotify, una società con sede a Stoccolma, in Svezia. Spotify ha la più grande app di streaming musicale al mondo e ha incontrato la Commissione europea più di 65 volte durante questa indagine».

© RIPRODUZIONE RISERVATA