Spiata dal titolare in bagno, ora la donna
chiede 70mila euro di risarcimento

(archivio)
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di Roberto Ortolan
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Sabato 15 Ottobre 2011, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 08:41
TREVISO - Vuole i danni la segretaria che aveva scoperto d’essere spiata nel bagno dell’ufficio. Ha infatti deciso di fare causa e di presentare il conto all’ex datore di lavoro. Avrà così uno strascico in sede civile il processo al cosiddetto ragioniere "sexy-spione" Claudio Serena, di Cornuda, che aveva chiuso la vicenda penale con un patteggiamento a 4 mesi di reclusione, pena sospesa, e al pagamento delle spese di costituzione civile all’ex impiegata 25enne.



In quell’occasione, nonostante vari tentativi di trovare un accordo sul risarcimento del danno, il ragioniere - che era chiamato a rispondere dell’accusa di interferenza illecita nella vita privata -, aveva deciso di non andare incontro alle richieste dell’ex segretaria.



La 25enne, assistita e consigliata dagli avvocati Samantha Aloisi e Sabrina Bianco, ha così deciso di ottenere giustizia dal giudice Massimo Galli. Ilegali dell’ex segretaria hanno depositato una causa di lavoro con la quale si chiede al ragioniere Serena - tra danni materiali, esistenziali, mancate retribuzioni ecc. - la bellezza di 70mila euro. «C’è un processo penale - hanno spiegato gli avvocati Aloisi e Bianco - che parla chiaro. La cliente, dopo aver scoperto d’essere stata spiata nel bagno con una spy-pen, non riesce più ad avere un rapporto sereno con la propria intimità».



Il ragioniere "sexy-spione" venne smascherato proprio dalla 25enne che, mentre si trovava nel bagno dell’ufficio, notò una strana luce sotto il lavandino. Incuriosita andò a controllare è scoprì una microtelecamera che la spiava quel momento di inviolabile intimità. Era il settembre 2009 quando il caso esplose clamoroso. Poi le indagini e il processo nel quale il ragioniere Serena era accusato d’aver illecitamente spiato dal "buco della serratura" la propria segretaria (ma le immagini - è emerso dall’inchiesta - le aveva registrate, ma mai guardate) dopo aver piazzato una micro-telecamera, mimetizzata in una pena nella toilette dell’ufficio.
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