Rissa alla Camera sul ddl Meloni:
ceffone da deputato Pdl all'Idv Barbato

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni
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Mercoledì 7 Luglio 2010, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 23:36
ROMA (7 luglio) - Bagarre e seduta sospesa alla Camera durante l'esame del ddl Meloni sulla giovent, contestato dall'opposizione, a causa di una rissa tra Franco Barbato (Idv) e alcuni deputati del Pdl. Sono volate parole grosse, schiaffi e spintoni. Tutto accade subito dopo che il ministro della Gioventù Giorgia Meloni aveva accettato il rinvio in commissione del ddl. Barbato, non nuovo a baruffe in Aula, parte in una provocazione nei confronti della Meloni e del Pdl: «Lei è un ministro molto giovane solo apparentemente, perché in questo provvedimento lei rappresenta una politica molto vecchia e stantia. Ho l'impressione che lei voglia finanziare la sua corrente, la corrente di Alemanno, del suo assessore regionale Lollobrigida che gestirà questi fondi, il suo parente».



Barbara Saltamartini (Pdl) si lancia per attaccare Barbato, trattenuta dai commessi, e comincia ad urlargli improperi, ricambiati. Le danno man forte diversi deputati ex An: Maurizio Bianconi urla a squarciagola «pezzo di merda» a Barbato. Inizia la colluttazione. Fabio Rampelli cerca di afferrare l'avversario, senza risultato; Giovanni Dima prende al collo Pierfelice Zazzera (Idv), colpevole di trovarsi accanto al bersaglio e volano parolacce. La vicepresidente Rosy Bindi sospende la seduta per i disordini: è in questa fase che Barbato viene colpito al volto. Testimoni riferiscono che Carlo Nola riesce a superare la barriera dei commessi ed a mollare da dietro un sonoro ceffone in faccia a Barbato.



In Aula si è sfiorato il contatto fisico anche tra il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, e il collega del Pdl, Marcello De Angelis, separati da colleghi dei gruppi. Tra i due c'è stata poi una stretta di mano.



Dopo la rissa Barbato è stato portato in ambulanza all'ospedale Gemelli. «Mi hanno dato un pugno in un occhio - racconta Barbato - e ora esce sangue ed è tutto livido. Speriamo bene». I medici lo sottopongono ad una Tac e gli danno 15 giorni di prognosi.



L'accaduto è definito «molto grave» dalla vicepresidente Rosy Bindi che annuncia che dei fatti si occuperanno l'Ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo. E il capogruppo dell'Idv Massimo Donadi: «Ho sentito l'intervento del collega Barbato e non ho riscontrato affermazioni tali da giustificare una reazione nei suoi confronti come quella che ha subito. Barbato ha ricevuto un pugno in faccia (a queste parole, dai banchi del Pdl si è levato un applauso). Il presidente della Camera acquisisca i filmati e valuti la situazione nella sua completezza».



Cicchitto: «Chiedo scusa in aula per il gesto sbagliato di alcuni colleghi che hanno reagito ad una certa situazione: lo faccio perchè nella mia storia respingo la violenza e perchè alle provocazioni che Barbato fa ogni giorno si risponde con intelligenza politica e senza cadervi», ha detto il capogruppo Pdl. Le scuse sono arrivate dopo che Dario Franceschini (Pd) aveva informato l'Aula dei tafferugli tra terremotati dell'Abruzzo e forze dell'ordine, dando la stura ad un applauso di tutti i deputati tranne quelli dell'Idv. «In questo momento difficile - ha spiegato - dobbiamo richiamarci tutti a un grandissimo senso di responsabilità, perchè c'è il rischio che la situazione si accartocci e che la demonizzazione dell'avversario politico si traduca in qualcosa che è molto peggio». E dopo le scuse per quanto è avvenuto, Cicchitto ha aggiunto: «Respingo dalla A alla Z tutto quello che Barbato dice e ritengo indegno il suo modo di far politica».



A condannare l'aggressione della Saltamartini seguita dai deputati vicini al sindaco di Roma (su cui Fini ha disposto un'indagine) sono anche i deputati dell'Udc e Mario Pepe del Pdl, che pure non condivide le parole di Barbato: «Nella Camera dei fasci e delle corporazioni Matteotti potè finire il suo intervento perché i deputati in divisa nera non lo aggredirono». Mentre Francesco Boccia del Pd punta il dito sullo scontro tra le due anime del Pdl: «nel Pdl l'amalgama tra An e Forza Italia non è riuscita e anche gli ex An ormai sono ai ferri corti tra di loro».



Barbara Saltamartini tiene a fornire la sua versione dei fatti e chiamando a testimoni i deputati che le erano vicini denuncia le «trivialità inaudite» dell'onorevole dipietrista reo di averla definita «camorrista, ladra, mafiosa, figlia di una vecchia politica che fa rabbrividire Pomicino e Mastella». E, soprattutto, «indegna di sedersi in questo Parlamento» invitandola calorosamente ad andare a «coccolare il presidente Berlusconi».



Il ddl Meloni sulle comunità giovanili torna in commissione alla Camera: lo ha deciso all'unanimità l'Aula della Camera. Sul rinvio in commissione aveva espresso parere favorevole il ministro Giorgia Meloni.