Rai, Lei direttore generale all'unanimità
Masi: non ne posso più di Santoro

Lorenza Lei
Lorenza Lei
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Mercoledì 4 Maggio 2011, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 22:05
ROMA - Lorenza Lei ufficialmente il nuovo direttore generale della Rai: il consiglio di amministrazione, riunito oggi a Viale Mazzini l'ha nominata all'unanimit. Stamani l'assemblea dei soci della Rai, controllata da
Tesoro e Siae, aveva raggiunto l'intesa sulla nomina dell'attuale vice direttore generale al posto di Mauro Masi, passato al vertice della Consap, la concessionaria pubblica per i servizi assicurativi. Lorenza Lei è la prima donna arrivata alla guida della tv pubblica.



«Il consiglio di amministrazione riunito oggi a viale Mazzini ha nominato all'unanimità Lorenza Lei nuovo direttore generale», si legge in una nota dell'azienda. Lei, bolognese, 50anni, era arrivata stamani nella sede di viale Mazzini sorridente ed elegantissima in uno spolverino di raso nero allacciato in vita, abito al ginocchio e decoltè rosso.



«Lorenza Lei è una grande lavoratrice. Da lei mi aspetto che faccia ripartire la macchina Rai». Giorgio Van Straten, consigliere di amministrazione Rai indicato dal Pd, commenta così, ai microfoni di Radio Città Futura, la designazione del nuovo direttore generale di viale Mazzini. «Credo che in primo luogo - dice- ci sia necessità di far ripartire un'azienda che è paralizzata, divisa, in grande difficoltà per una gestione assolutamente negativa da parte del precedente direttore generale. Mi auguro che questa scelta, che è stata fatta unanimemente dal consiglio di amministrazione, permetta una svolta rilevante».



Su Masi sottolinea che sarà ricordato «per i suoi goffi tentativi di censura e di colpire una serie di trasmissioni non gradite dal presidente del Consiglio, ma - aggiunge - dal mio punto di vista, dall'interno dell'azienda, ricorderò soprattutto la sua incapacità gestionale, che è stata ben più grave». «La Rai è paralizzata - ribadisce Van Straten - non facciamo nomine da un anno, ci sono contratti da rinnovare, produzioni che devono partire. Occorre far ripartire la macchina nella sua gestione ordinaria».



«Le premesse per far dimenticare la fallimentare e imbarazzante gestione del precedente direttore generale ci sono tutte: la dottoressa Lorenza Lei conosce l'azienda, ha competenza, capacità e può mettere a frutto la significativa apertura di credito da parte del consiglio di amministrazione che l'ha nominata all'unanimità», ha detto il consigliere di minoranza Rai Nino Rizzo Nervo.



Angelo Maria Petroni, consigliere di maggioranza, ha espresso invece in una nota il suo «ringraziamento nei confronti del direttore generale uscente Mauro Masi per l'opera svolta con dedizione e grandi capacità al servizio dell'azienda, in un quadro gestionale ereditato senz'altro negativo ed in tempi di straordinaria difficoltà economica generale».



«La nomina di Lorenza Lei alla direzione generale della Rai rappresenta una novità: per la prima volta una donna è ai vertici dell'azienda di Stato», ha detto il senatore Vincenzo Vita (Pd) della commissione di Vigilanza Rai. «Non è certo facile nella stagione berlusconiana e nell'era dell'oscurantismo mediatico "fare la rivoluzione" nel e del servizio pubblico. Certo, dopo Masi non si può che fare meglio. Ma è prematuro dare valutazioni o giudizi. Si vedrà, per ciò che è di competenza, in corso d'opera sulle principali scelte industriale ed editoriali».



«Se sono contento di andarmene? Esatto». Ospite martedì sera di Antonello Piroso a Niente di personale su La7, intanto Masi ha detto di non avere rimpianti per il ruolo di direttore generale a viale Mazzini e ha sostenuto di non aver «mai risposto alle telefonate di Berlusconi».



«Come sarà ricordata la mia direzione generale? C'è un fatto oggettivo: sarà ricordata - ha risposto - come uno dei momenti storici dell'azienda, visto che ho gestito il passaggio al digitale investendo 300 milioni di euro. E c'è un mio desiderata: sarò ricordato come colui che ha cercato di affrontare i santoni della comunicazione di sinistra che hanno spesso pretese strumentali mirate ad ottenere più poteri e più soldi. Aspirazioni legittime, ma non vanno ammantate come vittoria della democrazia o della libertà».



«Mi permette un'espressione americana? "I'm sick and tired", non ne posso più di Santoro», ha quindi detto Masi. L'intervista si era aperta con il filmato della telefonata di Masi ad Annozero del 27 gennaio: «Ho fatto un errore - ha ammesso l'ex dg - perché non sono intervenuto di persona. In base alla tecnica televisiva, chi riceve la telefonata è inquadrato, parla in video agli ascoltatori, l'altro è una voce fuori campo, e quindi l'effetto a favore di chi è in video. Sarei dovuto andare direttamente in trasmissione, anche perché vis-a-vis Santoro è meno arrogantello, è un uomo mite fuori dalla tv».



Nessun dubbio, però, sull'opportunità dell'intervento: «Santoro aveva violato la settimana precedente le norme sulla rappresentazione dei processi in tv e, in base alle informazioni che avevo, si apprestava quella sera a farlo in modo ancora più forte. Alla fine la trasmissione fu abbastanza nelle regole, se per merito della telefonata non lo so».



«Alle telefonate di Berlusconi - ha rivendicato ancora Masi - non ho mai risposto. Forse sarò ricordato come uno che ci ha provato a dire di rispettare regole, probabilmente non ci è riuscito, ma la vita è lunga, vedremo in futuro».


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