Berlusconi: «Talk show Rai contro di noi
tranne uno, Mediaset è super partes»

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi
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Sabato 12 Giugno 2010, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 00:29
ROMA (12 giugno) - Silvio Berlusconi questa mattina tornato a parlare sia di tv che di giustizia e lo ha fatto sul sito a lui dedicato (forzasilvio.it): La mia esperienza di anni di aggressioni giudiziarie dimostra che questi giudici sono perfettamente consapevoli e sanno molto bene ciò che vogliono: il loro obiettivo è quello di rovesciare per via giudiziaria il risultato elettorale, il voto degli italiani».



Riforma della giustizia per sanare anomalia toghe rosse. Il Cavaliere annuncia come imminente una riforma della giustizia proprio per «sanare l'anomalia di quelle toghe rosse che quando una legge votata dalla nostra maggioranza non è da loro condivisa la impugnano, la portano davanti alla Corte Costituzionale che è costituita da una maggioranza di giudici di sinistra e ne ottengono l'abrogazione».



L'Anm: gravi le parole di Berlusconi. «È inaccettabile - dice il presidente Luca Palamara - dividere i magistrati in due categorie: quella dei buoni e quella dei cattivi. I magistrati vogliono applicare la legge imparzialmente e nei confronti di tutti i cittadini. È grave mettere in discussione la funzione di garanzia che la costituzione attribuisce alla Corte Costituzionale».



«Tutti i talk show Rai contro di noi, tranne uno». «La sinistra continua a ripetere come un mantra che il presidente del Consiglio controlla tutte le televisioni - ha detto Berlusconi - ma in Rai tutti i talk show tranne uno sono contro il premier e il governo». Per quanto riguarda Mediaset il premier ha aggiunto che, a parte Emilio Fede «l'ultimo dei Mohicani che fa il tifo per me», tutte le altre trasmissioni sono assolutamente super partes.



«Rivedremo la par condicio». Berlusconi ha detto che «per impedirgli di comunicare in tv la sinistra si è anche inventata la legge sulla cosiddetta par condicio che impone, a chi rappresenta un partito come il nostro del 40%, di dover parlare nello stesso minutaggio di chi guida un partito dello zero virgola qualcosa. È evidente che appena possibile dovremo rivedere da cima a fondo le regole sulla comunicazione politica in televisione, però intanto queste sono le regole...».



«Io populista? No, faccio l'interesse della gente». «Dicono che faccio del populismo, io ritengo di fare l'interesse della gente e la gente mi contraccambia, credo con interesse e anche con amore - sostiene il premier - Come imprenditore prestato alla politica mi sento uomo d'azione e come tale interpello la gente, l'ascolto e poi decido».



«Non parlo più per strada fino a fine legislatura». «Ditelo anche ai vostri direttori, è inutile che stiate qui, non parlerò più qui - ha detto il premier lasciando in auto Palazzo Grazioli ai cronisti in attesa - Ho deciso che, fino a fine legislatura, parlerò solo nelle conferenze stampa e con note ufficiali. Mi spiace che stiate qui». Berlusconi è poi partito da Roma.



Di Pietro: il premier vuole realizzare il progetto piduista. «L'Italia dei Valori lo ha sempre sostenuto: Silvio Berlusconi è entrato in politica per sovvertire l'ordine democratico e realizzare il progetto piduista. Questa continua aggressione nei confronti della magistratura e della Carta costituzionale è gravissima».



Orlando: riforma della giustizia è un colpo di Stato. «I comportamenti di Berlusconi che si rifiuta di parlare per strada con i giornalisti di fatto hanno già ucciso la democrazia in Italia - dice il portavoce dell'Idv, Leoluca Orlando - L'annuncio di una grande riforma della giustizia rappresenta poi un colpo di Stato, un nuovo passo verso il regime piduista e antidemocratico che questo governo ha in mente. Anzi, gli insulti a giudici e magistrati, alla Costituzione sulla quale ha giurato e la paura del controllo e della libera stampa annunciano che il regime è già cominciato, e l'eventuale approvazione del ddl intercettazioni consegnerà alla democrazia italiana il definitivo certificato di morte».
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