Stupro a Catania, chi sono i 7 egiziani accusati dalla 13enne: «Ragazzi normali, dolci. Uno è sotto choc»

I sospettati per la violenza nei bagni di villa Bellini sono tutti arrivati in Italia da minorenni a bordo di barconi

Stupro a Catania, chi sono i 7 egiziani accusati dalla 13enne: «Ragazzi normali, dolci. Uno è sotto choc»
Stupro a Catania, chi sono i 7 egiziani accusati dalla 13enne: «Ragazzi normali, dolci. Uno è sotto choc»
di Redazione web
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Lunedì 5 Febbraio 2024, 08:22

Sono fissate a stamattine le udienze di convalida dei fermi dei sette egiziani indagati per la violenza sessuale di gruppo aggravata a una 13enne nei giardini comunali della Villa Bellini a Catania. Sarà il gip del Tribunale per i minorenni a valutare la posizione di tre indagati, compreso il settimo fermato che si è accertato essere un neo maggiorenne. La Procuratrice per i minorenni di Catania, Carla Santocono, redigerà gli atti urgenti, compresa la convalida dei fermi, e poi stralcerà dall'inchiesta la posizione del maggiorenne e trasferirà alla Procura distrettuale il fascicolo che lo riguarda. Stamattina, dunque, il gip Carlo Umberto Cannella, valuterà la posizione di quattro indagati, e non di cinque come si era appreso precedentemente, per i quali la Procura distrettuale, con l'aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo, ha chiesto la convalida del fermo e l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare.

Chi sono i sette egiziani

I sette cittatidi egiziani accusati di aver stuprato una ragazzina di 13 anni davanti agli occhi del fidanzato nei giardini Bellini di Catania sono arrivati tutti in Italia a bordo di barconi tra il novembre 2021 e il marzo 2023.

Tutti minorenni (all'epoca dell'arrivo, oggi due di loro sono maggiorenni) sono finiti in centri per minori non accompagnati. Gli operatori delle strutture li definiscono «normali» e «con un approccio relazionale sano».

I permessi di soggiorno

Secondo il racconto fatto dal Corriere della Sera, i sette ragazzi egiziani erano bene inseriti nella comunità. Due di loro lavoravano nell'edilizia, uno svolgeva un tirocinio. Il ragazzo di 19 anni che ha collaborato con gli inquirenti ha frequentato corsi di italiano nella struttura d'accoglienza che in Italia è stata la sua prima casa, e a breve avrebbe dovuto cominciare i laboratori formativi per il tirocinio ed era in attesa di ricevere un permesso studio-lavoro per il quale il tribunale di Catania aveva dato parere favorevole. «Quel che è accaduto ci ha sconvolti», racconta l’avvocata Angela Pennisi, responsabile Area legale immigrazione della comunità. «Il ragazzo mantiene il legame con la sua famiglia di origine, ha partecipato alle attività della parrocchia e di animazione e ai laboratori di fotografia. È un giovane che ha mostrato sempre desiderio di impegnarsi, dando buoni riscontri. Lo definirei una persona dolce», ha concluso. L’altro, quello che ha collaborato, «è sotto choc. Solo ora ha compreso la gravità di quel gesto».

La testimonianza

Il racconto della ragazzina di 13 anni che ha denunciato lo stupro subito sotto agli occhi del fidanzato si svolge nei bagni di villa Bellini. La violenza risale alla sera del 30 gennaio: due ragazzi del gruppo, quelli oggi in custodia cautelare, l'avrebbero costretta a rapporti sessuali mentre gli altri sarebbero rimasti a guardare. Costretto ad assistere alla scena, il fidanzato. Secondo la testimonianza della presunta vittima, anche il ragazzo che sta collaborando con i magistrati avrebbe partecipato alla violenza sessuale. Il secondo dna trovato sugli abiti della ragazza appartiene all'ultimo degli arrestati. 

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