Silvio Berlusconi, dagli esordi come imprenditore fino alla Presidenza del Consiglio (per quattro volte)

Il fondatore di Forza Italia è morto al San Raffaele la mattina del 12 giugno. Aveva 86 anni

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi
di Stefania Piras
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Lunedì 12 Giugno 2023, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 17:01

«Quanti anni hai, piccolina?». «Sette». «Sai, io alla tua età ne avevo solo cinque», disse a una bimba Silvio Berlusconi giunto a Milanello, il 23 luglio 2007, durante un ritiro del Milan. In questa frasetta non è difficile riconoscere l'italiano guascone, indolente, un po' ruspante e arrivista a cui piace piacere. Ha stregato molti italiani, che si sono riconosciuti in lui, e per molto tempo, Berlusconi. "Il venditore" è il titolo di una delle sue tante biografie. L'imprenditore Berlusconi è stato quattro volte presidente del consiglio, il premier più longevo della storia della Repubblica e uno degli uomini più ricchi al mondo: cinquantunesimo nella lista di Forbes stilata nel 2007. Il fondatore di Forza Italia è morto stamattina a Milano all'osoedale San Raffaele.

Berlusconi, la tesi di laurea sulla pubblicità

Nasce a Milano il 29 settembre 1936, condivide il giorno del compleanno con quello che sarà uno dei suoi avversari politici, Pierluigi Bersani. Berlusconi proviene da una famiglia della piccola borghesia. I genitori sono Luigi, funzionario della Banca Rasini e Rosella Bossi, casalinga. Cresce in via Volturno, nel quartiere Isola e soffre la lontananza del padre che durante l'occupazione tedesca si rifugia in Svizzera. Studia al collegio salesiano Sant'Ambrogio di via Copernico. Qui, a 12 anni, conosce l'amico di una vita Fedele Confalonieri, attuale presidente di Mediaset.

La carriera da crooner

Risale a questo periodo una delle foto più famose e che nutre l'epica del personaggio: quella del Berlusconi chansonnier, sedicenne, che canta nelle navi da crociera e nei night club. Un vero crooner che si muove con gran agilità tra il pubblico: per lui erano semplicemente pubbliche relazioni cantate. Si cimenta anche come fotografo di matrimoni e venditore di spazzole elettriche (nel 2014 sarà solleticato dall'idea di candidare Ana Damian, una bellissima 34enne moldava giudicata miglior venditrice Folletto avendo piazzato 1510 aspirapolvere in un anno). Durante gli anni dell'università stringe un'altra amicizia, quella con Marcello Dell'Utri. Sarà il suo segretario, il suo uomo fidato in Publitalia, e sarà anche eletto senatore con Forza Italia. Con Berlusconi, Dell'Utri, condividerà i tormenti giudiziari. Insieme vengono inquisiti nel 1996 per presunti legami con la mafia. Mentre l'indagine sul fondatore di Fi viene archiviata nel giro di un anno il suo amico Dell'Utri nel 2014 viene condannato per concorso esterno in associazione mafiosa: secondo i giudici ha fatto da intermediario tra Cosa Nostra e l'ex premier. 

La laurea 

Nel 1961 a venticinque anni si laurea in Giurisprudenza alla Statale di Milano con una tesi in Diritto commerciale sulla pubblicità che gli vale un premio dell'agenzia Manzoni da 500.000 lire, e poi fonda anche la sua prima società edile, la Cantieri riuniti milanesi. E punta gli occhi su via Alciati, nella periferia occidentale di Milano. Nel 1965 si sposa con Carla Lucia Elvira Dall'Oglio con cui avrà due figli: Marina nel 1966 e Pier Silvio, tre anni dopo. 

Sua Emittenza, l'impero televisivo: ecco il Biscione

La politica è lontana, ma neanche tanto. Tra il 1969 e il 1975 il Berlusconi costruttore progetta e realizza Milano2 e Milano3, dei grandi complessi abitativi. E fonda altre società satellite. A questi anni risale la compravendita di Villa San Martino grazie all'avvocato Cesare Previti che diventerà Ministro della Difesa nel suo primo esecutivo. Da dove provengono i capitali iniziali su cui poggia la sua fortuna imprenditoriale? È questa una delle domande a cui hanno cercato di rispondere magistrati e giornalisti sul self made man diventato miliardario. Negli anni Settanta fonda Telemilano (è il 1972), una televisione a circuito chiuso per i condomini di Milano2. Nel 1975 nasce Fininvest, la holding attorno alla quale gireranno tutte le altre attività. Una rivoluzione, se si pensa al monocorde monopolio Rai: propone film in esclusiva, sport e le trasmissioni di approfondimento collegate alle partite. Il 1978 è anche l'anno di iscrizione alla loggia massonica P2.

Il biscione

La tv è un'attività redditizia: nel 1979 nascono Publitalia, Reteitalia e la trasformazione di Telemilano in Canale5. Il 1979 è anche l'anno in cui incontra il terzo amico fraterno: Adriano Galliani. Lui possiede l'infrastruttura per creare quello che sarà una delle più grandi tv commerciali europee. «Torna a casa in tutta fretta c’è il Biscione che ti aspetta!», la réclame. Il biscione altro non è che il logo della tv che compare in un angolo dello schermo e che raffigura un serpente con un fiore in bocca (ricalca lo stemma dei Visconti di Milano). 

La diretta fai da te, il sistema delle videocassette e poi i decreti Craxi

Film hollywoodiani a go go, il catalogo delle pellicole Titanus è interamente saccheggiato e proposto, e poi ancora: telefilm, soap opera, i cartoni animati. Berlusconi diventa Sua Emittenza e contrappone un tipo di intrattenimento completamente nuovo fondato sull' "Allegria!" di Mike Bongiorno e contrapposto alla tv di stato, istituzionale e di gran lunga più pedagogico. Ma non può ancora trasmettere su scala nazionale. Eppure trova un modo per aggirare le regole e dare l'assalto alla Rai.

Avendo acquistato tante piccole tv locali organizza un sistema di trasporto con furgoni, auto, treni per portare la stessa videocassetta masterizzata in tutte le emittenti. La fa mandare in onda nello stesso preciso momento in tutte le tv dando così l'illusione di un canale nazionale. Negli anni Ottanta espande il suo impero televisivo acquistando per 32 miliardi Italia1 dall'editore Rusconi. Nel 1984 compra pure Rete4 dalla Mondadori per altri 135 miliardi. Arrivano format ghiottissimi per i cinefili come "I Bellissimi" annunciati da Emanuela Folliero. E pazienza se sono interrotti dalla pubblicità. Arrivano i Telegatti e Dallas, che sulla Rai non va mentre sulle reti commerciali è un successo. 

I decreti per trasmettere su scala nazionale

E nel 1985 le sue tv ricevono un'investitura ufficiale (e legale): il governo Craxi emana un decreto che permette alle sue tre reti di trasmettere su scala nazionale. Nel 1990 arriva una legge più organica, la legge Mammì, che di fatto legalizza il suo impero. Quella legge provoca un'ondata di sdegno che porta alle dimissioni di ben cinque ministri, tra cui l'allora ministro dell'Istruzione e attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Il tycoon non si ferma (Fininvest è il terzo gruppo privato italiano dopo la Fiat e la Ferruzzi-Montedison) e lui si lancia anche sul prestigioso mercato della carta: negli anni Settanta entra come azionista ne Il Giornale di Indro Montanelli. Nel 1986 nello stesso giorno acquista il Milan e vola in Francia per la presentazione del suo canale francese: La Cinq. Nel 1989 scoppia la battaglia con De Benedetti per la Mondadori. Finisce con Berlusconi cui va la Mondadori, e con Carlo De Benedetti a cui va il gruppo Espresso-Repubblica. 

Berlusconi, la discesa in campo: «A Roma tra Fini e Rutelli voterei Fini»

Ma è il biennio 1993-1994 il più interessante perché è la fase in cui l'imprenditore diventa ufficialmente politico e scende in campo.

Sono gli anni di Mani pulite, il ciclone giudiziario che spazza via i partiti della Prima Repubblica e che le reti commerciali del Biscione cavalcano con le telecamere fisse davanti alla procura di Milano. Berlusconi subodora lo spazio politico che si apre. Nel 1993 riceve ad Arcore Mikhail Gorbaciov. E si ricorderà di quella cena vantandosi di avergli spiegato il funzionamento del mercato liberista e come vengono fissati i prezzi in Occidente. Sembra ancora, solo, un potente influencer ma spande senso di responsabilità e si atteggia a statista, pronto al sacrificio: nel frattempo i giornali impazzano già col totonomi dei suoi possibili candidati: da Mike Bongiorno a Gianfranco Funari. «Se le forze moderate non si unissero, allora dovrei assumermi le mie responsabilità», avverte a 57 anni.

Lo sdoganamento della destra

Appoggia il leader del Movimento sociale Gianfranco Fini alle elezioni comunali a Roma. Lui, Fini, ringrazia ma prova ad arginarlo: «Mi auguro che Berlusconi continui a fare il suo mestiere, tanto più che lo fa bene». Perché tutti si sono accorti che gli animal spirits del Cav. (viene nominato Cavaliere nel 1977, titolo a cui dovrà rinunciare dopo la condanna del 2014) conducono alla politica. E infatti, lui, parlando in pubblico si rivolge al suo bacino di elettori, e da uomo di marketing battezza il target: lo chiama blocco moderato, un calderone tutt'ora molto eterogeneo a cui tutt'ora moltissimi ambiscono. «Tra Fini e Rutelli, se fossi a Roma il 5 dicembre voterei certamente per Fini. È un esponente politico che rappresenta bene i valori del blocco moderato nei quali credo: il libero mercato, la libera iniziativa, la libertà di impresa, insomma tutto ciò che va sotto il nome di liberismo. Come imprenditore, oggi vedo questi valori minacciati», disse a Casalecchio di Reno. È già un manifesto politico. 

Forza Italia

E poi, all’inizio del 1994 decide che i tempi sono maturi perché possa far lui: fonda un partito con un nome che ricorda più le curve che gli scranni di Montecitorio, Forza Italia, e lo fa con il famoso discorso della “discesa in campo”, quello con la libreria alle spalle. E alle elezioni sbaraglia la gioiosa macchina da guerra della sinistra capeggiata da Achille Occhetto (uscito indenne da Tangentopoli). Berlusconi sente la nuova aria e si offre come leader trasversale per gli elettori orfani dei grandi partiti decapitati dalle inchieste della magistratura. «Il mio miracolo non è tanto quello di aver messo in piedi un’alleanza, ma di aver messo insieme un elettorato»,dirà molti anni dopo. 

I governi Berlusconi, l'invito a comparire, la sfida con Prodi e l'antiberlusconismo

Nel 1994 Berlusconi, alleato con la Lega di Umberto Bossi al Nord e con l'MSI di Gianfranco Fini nel resto d'Italia, vince le elezioni. Riceve l'incarico di formare il governo dal presidente Oscar Luigi Scalfaro ma l'esperienza durerà poco: solo otto mesi. La Lega infatti decide di staccare la spina all'esecutivo anche sull'onda delle prime turbolenze giudiziarie che investiranno Berlusconi.

L'invito a comparire

Dopo otto mesi a Palazzo Chigi, il 22 novembre 1994 mentre il premier Berlusconi prresiede una conferenza internazionale sulla criminalità organizzata a Napoli, riceve un invito a comparire che fu annunciato il giorno prima dal Corriere della Sera con uno scoop. Le successive elezioni del '96 sono vinte da L'Ulivo e Romano Prodi diventa premier. Berlusconi durante questa legislatura e precisamente nel 1997 stringe un patto con un avversario, l'allora segretario del Partito Democratico della sinistra Massimo D'Alema, per scrivere le riforme costituzionali e giudiziarie. Una riedizione del patto spunta ben 17 anni dopo con un altro leader di sinistra: Matteo Renzi. L'intento è ancora quello di procedere a una serie di riforme fra cui quella del titolo V della Costituzione e l'approvazione di una nuova legge elettorale. Sullo sfondo c'è però sempre la riforma della giustizia che è una delle battaglie più strenue del Cav. Nelle varie campagne elettorali che condurrà in prima persona il ritornello contro "le toghe politicizzate" non mancherà mai all'appello. 

Conflitto di interessi e antiberlusconismo

Mentre una battaglia che verrà agitata contro di lui è quella del conflitto di interessi per la sua doppia veste di proprietario di imprese (tante e delicate come televisioni e giornali) e premier. In questi e nei seccessivi venti anni Berlusconi polarizza l'opinione pubblica. E influenza anche le forze di opposizione: più che contro la sua visione delle cose combattono contro di lui. L'opposizione diventa un'opposizione contra personam. È l'antiberlusconismo che entrerà nel curriculum di interi partiti ed esponenti politici. 

Il Contratto con gli italiani in diretta tv 

Nel 2001 imposta la campagna elettorale firmando in diretta tv, ospite di Bruno Vespa, un "Contratto con gli italiani". Il format è del tutto simile a quello di una televendita e lui negozia con gli elettori la sua vittoria promettendo una serie di provvedimenti strutturali come sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, centinaia di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati.  Così torna per la seconda volta al governo e nel secondo semestre del 2003 ricopre anche la carica di presidente del Consiglio dell'Unione europea.

L'amico Putin

Sotto la sua presidenza si svolge il G8 di Genova: è in quel contesto che conosce Vladimir Putin. Il leader della Russia diventerà suo amico e non smetteranno di avere un'interlocuzione anche durante la guerra d'invasione russa all'Ucraina. 

Dopo la pesante sconfitta elettorale della Casa delle Libertà alle elezioni regionali del 2005, si apre però la crisi di governo e si vara un nuovo esecutivo, il Berlusconi ter. Nel 2006 la coalizione di centrodestra perde le elezioni (Berlusconi molto prima di Trump e Bolsonaro contesta il voto e pretende il riconteggio delle schede al termine del quale verrà riconfermato il risultato) e si ritrova all'opposizione del governo presieduto da Romano Prodi.

  

Berlusconi e il bunga bunga, Veronica Lario e quella frase sulle vergini e il drago

Il Cav. tornerà a ricoprire il ruolo di capo dell'esecutivo nel 2008 con un'ampia maggioranza. Sono gli anni del trattato di Amicizia e Cooperazione con la Libia di Gheddafi. E pure gli anni del "bunga bunga", espressione con la quale si indicavano le feste sfrenate, mondane, le "cene eleganti" a casa del presidente Berlusconi. Sono gli anni degli scandali sessuali, quelli in cui si scandaglia la vita privata del presidente di Fi a caccia di relazioni compromettenti: da Noemi Letizia a Patrizia D'Addario e Karima El Mahroub.

Il caso Ruby

Conosciuto come il caso Ruby, la vicenda ruota attorno a una minorenne marocchina che ha dichiarato di essere stata più volte ospite nella residenza del presidente Berlusconi ad Arcore. La ragazza fu  fermata per furto nel maggio 2010 a Milano. E Berlusconi telefonò in questura sostenendo che la giovane fosse la nipote dell'allora presidente egiziano Hosni Mubarak.

Veronica Lario 

Già prima di questa fase, nel 2009, Veronica Lario, moglie di Berlusconi chiede il divorzio e parla pubblicamente di "vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica". 

Le dimissioni e il governo tecnico guidato da Monti

Nel 2011 si aggiunge anche la bufera finanziaria (il declassamento dell'Italia e lo spread che vola oltre i 500 punti base). Il governo non regge 2011 e dopo l'approvazione della Legge di stabilità 2012 Berlusconi sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del consiglio dei ministri. Al suo posto arriverà Mario Monti. 

Le inchieste giudiziarie 

Le feste, i soldi e i rapporti intrattenuti con diverse donne nella sua residenza sono diventate procedimenti penali. Ma i pm hanno scandagliato anche altri lati della sua vita. Berlusconi è stato o è imputato in oltre 30 processi. I reati contestati vanno dalla corruzione al concorso in strage, dal falso in bilancio alla concussione, fino al vilipendio all'ordine giudiziario e alla prostituzione minorile e che, eccetto uno in cui è stato condannato, si sono chiusi o con il non doversi procedere per prescrizione o con l'assoluzione, o ancora con un'archiviazione o il proscioglimento in fase di indagine o udienza preliminare.

Condanna definitiva

L'unica condanna diventata definitiva nel 2013 è quella per la frode fiscale da 7,3 milioni di euro commessa con la compravendita dei diritti tv Mediaset quando era presidente del Consiglio. Condanna che gli comporta il ritiro del passaporto e l'affidamento in prova ai servizi sociali per 10 mesi e mezzo a Cesano Boscone con gli anziani malati di Alzheimer. La condanna lo ha anche reso incandidabile per sei anni. 

Berlusconi e il calcio

Silvio Berlusconi ha rilevato il controllo dell’A. C. Milan nel 1986 e lo manterrà fino al 2017. Con 31 anni di proprietà è stato il presidente più longevo nella storia del club con una piccola parentesi nel 2004 e tra il 2006 e il 2008. Il Milan di Berlusconi è nella memoria collettiva e i successi maturati con lui sono senza precedenti: 8 Scudetti, 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 3 titoli mondiali per club, 6 Supercoppe italiane, 5 Supercoppe europee ed 1 Coppa Italia per un totale di 28 trofei. Il 28 settembre 2018, tramite la Fininvest, è diventato proprietario del Monza, club calcistico allora militante in Serie C e oggi in Serie A.

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