Il 20enne, originario dell'Ecuador, da quanto si è saputo ha sostenuto di aver agito «in preda a un delirio ossessivo» e di non ricordare alcune fasi dell'aggressione. Non avrebbe fornito, quindi, una spiegazione chiara sui motivi per cui si è accanito sulla donna fino a decapitarla con un coltello che ha trovato in casa, gettando poi la testa nel cortile. Sullo sfondo l'abuso di sostanze stupefacenti, nell'appartamento dove il transessuale viveva da alcuni giorni, ospite della vittima.
Secondo le ricostruzioni, quando è scoppiata la lite i due si trovavano da soli nella casa, dove il passaggio di persone era frequente.
Quando sono intervenuti, i carabinieri hanno trovato nell'appartamento anche il cagnolino della donna, mentre il giovane si era rifugiato in una stanza, sotto choc. Il transessuale, difeso dall'avvocato Luca Garlisi, oggi è stato interrogato dal pm per circa due ore nel carcere milanese di San Vittore. Domani mattina comparirà davanti al gip di Milano Anna Magelli per l'udienza di convalida dell'arresto.
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