Putin risponde alla telefonata di Macron: «Fermarmi? Scusa, ho da fare: sono in palestra»

Il tentativo del presidente francese di fermare l'invasione russa in Ucraina. Il colloquio è datato 20 febbraio, quattro giorni dopo partì l'attacco

Macron e la telefonata a Putin prima della guerra: «Fermati, incontrerai Biden». E lui: «Scusa, sono in palestra»
Macron e la telefonata a Putin prima della guerra: «Fermati, incontrerai Biden». E lui: «Scusa, sono in palestra»
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Domenica 26 Giugno 2022, 12:26

Lo scatto alla risposta non è stato quello preventivato. L'ultimo tentativo di Macron, prima della guerra in Ucraina, è andato a vuoto al telefono con Putin. Gli ultimi colloqui telefonici prima dell'attacco russo del 24 febbraio sono in una trascrizione della trattativa fra i due leader, con il francese che ha tentato invano di arginare il russo. Macron ha offerto la possibilità di incontrare il presidente americano, Joe Biden. La risposta di Putin? «Io volevo andare a giocare a hockey; ti parlo dalla palestra, devo cominciare degli esercizi, ma prima chiamerò i miei consiglieri».

La trascrizione della telefonata

La trascrizione del colloquio telefonico, uno dei tanti fra Macron e Putin prima dello scoppio delle ostilità, fa parte di un documentario televisivo che sarà trasmesso giovedì prossimo dalla tv pubblica France 2. Si tratta di 9 minuti di conversazione fra i due capi di stato, che si svolsero il 20 febbraio, 4 giorni prima dell'inizio dell'offensiva russa. Putin parte subito all'attacco: «tu e il cancelliere Scholz - accusa - mi avete detto che Zelensky è pronto a fare un gesto, che aveva pronto un progetto di legge per applicare gli accordi di Minsk...in realtà, il nostro caro collega signor Zelensky non fa niente.

Vi mente». Poi punta il dito contro lo stesso Macron: «hai detto che bisogna rivedere gli accordi di Minsk». Il francese protesta: «non l'ho mai detto Vladimir, ho detto che bisogna applicarli, che bisogna rispettarli e non ho la tua stessa lettura degli ultimi giorni».

La discussione

Poi la discussione si infervora sui «separatisti»: «non sono loro che devono fare proposte sulle leggi ucraine», protesta Macron. E sulla lettura degli accordi di Minsk, rincara la dose: «non so dove abbia imparato il diritto il tuo esperto giurista». Putin si irrigidisce: quello di Kiev «non è un governo democraticamente eletto, hanno preso il potere con un colpo di stato, c'è stata gente bruciata viva, è stato un bagno di sangue e Zelensky è uno dei responsabili». Macron chiude il discorso: «delle proposte dei separatisti non ce ne importa niente». Putin ribatte: «ascoltami bene. Mi senti? Te lo ripeto, quelli che tu chiami separatisti, hanno reagito alle proposte delle autorità ucraine. Che poi, alle loro risposte, non hanno dato seguito». «Grazie comunque, Vladimir, se c'è qualcosa chiamami», si raccomanda Macron chiudendo la conversazione. Al che Putin risponde in francese: «Je vous remercie Monsieur le président» (la ringrazio signor presidente).

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