Alessandro Bertolini arrestato a Milano: chi é il foreign fighter trentino che combatteva per Putin in Donbass

Il 29enne da tempo era sotto indagine dalla DDA di Genova, nell'ambito di un inchiesta sul mondo mondo ultrà di estrema destra italiano

Alessandro Bertolini arrestato a Milano: chi é il foreign fighter trentino che combatteva per Putin in Donbass
Alessandro Bertolini arrestato a Milano: chi é il foreign fighter trentino che combatteva per Putin in Donbass
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Sabato 1 Luglio 2023, 12:13

Appena rientrato dal Donbass, ha trovato i carabinieri del Ros di Genova ad aspettarlo in fondo alla scaletta dell'aereo, atterrato ieri (venerdì 30 giugno) a Milano Malpensa. Così è stato dichiarato in arresto Alessandro Bertolini, 29 anni, foreign fighters di Rovereto (Trento) che da tempo era sotto indagine da parte della dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo (DDA) di Genova: secondo la Procura avrebbe compiuto «azioni, preordinate e violente, dirette a mutare l'ordine costituzionale o a violare l'integrità territoriale dell'Ucraina, Stato estero di cui non era cittadino né stabilmente residente, senza far parte delle forze armate di alcuna delle parti in conflitto».

Da anni Bertolini era latitante proprio in Donbass, dove combatteva al fianco di altri altri italiani filorussi contro le truppe di Kiev. Intervistato da una reporter del programma Nemo della Rai, nel 2017, Bertolini aveva dichiarato di aver sempre desiderato diventare soldato e di provare simpatie politiche per i neofascisti di Forza Nuova, il partito di estrema destra fondato dai terroristi neri Roberto Fiore e Massimo Morsello. 

L'interrogatorio

Trasferito a Genova dopo l'arresto, Bertolini è stato immediatamente interrogato alla presenza del suo avvocato, Massimiliano Luigi Scialla, ma si è avvalso oggi della facoltà di non rispondere. Secondo quanto ricostruito dal Ros di Genova, coordinati dal sostituto procuratore Federico Manotti, l'uomo avrebbe combattuto, dal 2016 a oggi, a fianco delle milizie filo-russe dietro compenso. 

Gli altri arresti

L'inchiesta ha portato all'individuazione e all'arresto anche di altri mercenari, ma Bertolini era rimasto in territorio ucraino insieme ad Andrea Palmeri, detto «il generalissimo», skinhead e capo ultras del Lucca calcio (condannato in primo e secondo grado anche se ancora all'estero), Gabriele Carugati, di Varese detto «Arcangelo», figlio dell'ex dirigente leghista a Cairate Silvana Marin, e Massimiliano Cavalleri, detto «Spartacus». Questi ultimi due sono ancora considerati irreperibili.

Palmeri, secondo l'accusa, sarebbe ancora adesso uno dei riferimenti per il reclutamento dei mercenari.

Le indagini

L'indagine sui foreign fighters filorussi era partita nell'ottobre del 2013 dal mondo ultrà di estrema destra italiano. A occuparsene, era stato il pool antiterrorismo della Procura di Genova, allertata da alcune scritte - comparse a La Spezia - inneggianti a Erick Priebke, comandante delle SS condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine.

Controllando quegli ambienti, gli inquirenti si erano insospettiti scoprendo le frequenti visite nella città dell'Arsenale di Palmeri. Dalle intercettazioni era saltata fuori la questione del Donbass e l'addestramento dei mercenari. Già nel 2019 erano stati condannati tre dei sei combattenti reclutati per la guerra nella regione ucraina, scoperti grazie a un'indagine sugli skinheads in Liguria. Era stata la prima sentenza in Italia in materia di mercenari.

Il gup del tribunale di Genova, Luisa Avanzino, aveva condannato a 1 anno e 4 mesi
Vladimir Vrbitchii, operaio di origini moldave, e a 2 anni e 8 mesi Olsi Krutani, albanese sedicente ex ufficiale delle aviotruppe russe. L'italiano Antonio Cataldo aveva invece patteggiato una pena a due anni e otto mesi. I tre erano stati arrestati nel 2018 con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al reclutamento e al finanziamento di mercenari combattenti. Il pm Federico Manotti aveva chiesto rispettivamente tre anni e quattro e otto per i primi due. Gli indagati restano in tutto una quindicina, su di loro pende un mandato di cattura europeo.

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