Conte al Colle da Mattarella
M5S: veto su Savona. Rischio voto

Governo, Conte alle 19 sale al Quirinale
Governo, Conte alle 19 sale al Quirinale
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Domenica 27 Maggio 2018, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 19:40

Il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte è al Quirinale per parlare con il capo dello Stato Sergio Mattarella. Questo pomeriggio sono saliti al Colle, separatamente, per un incontro informale anche il leader del M5S Luigi Di Maio e della Lega Matteo Salvini. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari del M5S, Mattarella nel corso dei colloqui di questo pomeriggio avrebbe posto un veto sulla scelta di Paolo Savona a capo del ministero dell'Economia. Scelta che, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari leghiste, Salvini nel corso dell'incontro avrebbe invece confermato. Oggi Savona aveva provato a rassicurare sul suo euroscetticismo: «Voglio un’Europa diversa, più forte, ma più equa», ha scritto in un lungo intervento l'ex ministro del governo Ciampi. Una dichiarazione che a quanto pare non avrebbe rassicurato Mattarella. Il rischio ora è un ritorno al voto in autunno.

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Con il no di Mattarella a Savona e l'irrigidimento di M5s e Lega su questo fronte rischiano di far saltare qualsiasi possibilità di chiudere positivamente la partita per un governo giallo verde, si sottolinea in ambienti politici che fanno anche riferimento all'estremo tentativo di Conte per andare comunque avanti. Il Capo dello Stato, si apprende sempre in ambienti politici, avrebbe già pronta l'exit strategy del governo tecnico.

Due lunghi colloqui al Quirinale per i leader di M5S e Lega hanno preceduto l'arrivo al Colle del premier incaricato. Di Maio e Salvini hanno visto Mattarella per cercare di sbloccare in extremis l'impasse sul governo giallo-verde, e in particolare sulla presenza alla guida del ministero del Tesoro di Paolo Savona. Mattarella ha visto i due leader separatamente: al Quirinale è salito prima Salvini - che poi si è diretto a Terni dove ha in programma dei comizi elettorali - e poi, alle 18 circa, Di Maio.

 



Salvini fino a oggi non aveva fatto il minimo passo indietro sul nome di Savona all’Economia. Il braccio di ferro tra Colle e M5s-Lega sul nodo del responsabile del Tesoro insomma, prima della letter a di Savona, non accennava a sciogliersi nonostante i tentativi di mediazione del Movimento 5 stelle e di Di Maio in particolare.

«Buona domenica Amici. Chi si ferma è perduto, io fino all'ultimo non mi arrendo!», ha scritto intanto stamani il segretario della Lega su Twitter dove pubblica una sua foto davanti la carlinga di un aereo Alitalia.

 


Una domenica piena di incognite, dunque. E su cui pesano, e non poco, gli ultimatum dei leader di Lega e M5S. «O si chiude questa partita del Governo entro le prossime 24 ore o non si chiude più», ha infatti sentenziato ieri sera da Terni il capo politico del Movimento 5 stelle non nascondendo impazienza e irritazione per una partita che ai supplementari e rigori sembra aggiungere l'opzione del lancio della monetina.

Stessi toni e stessa volontà di mettere un punto definitivo all'intera vicenda da parte del capo del Carroccio: «O si parte o per noi basta», taglia corto Salvini che si rende indisponibile ad ulteriori ed estenuanti trattative: «Mi rifiuto», scandisce da Martinengo (Bergamo) ricordando che «i mutui non aspettano, la benzina non aspetta, gli sbarchi nemmeno». E aggiungendo di non essere nato «per tirare a campare», traccia all'orizzonte l'unica alternativa di un voto anticipato.

 


Ma le urne a settembre, è noto, sono l'ultimo dei pensieri del Quirinale preoccupato di non avere un governo nella pienezza dei suoi poteri e, dunque, in grado di produrre una manovra che - oltre ad evitare un inedito esercizio provvisorio dello Stato - possa sterilizzare l'aumento dell'Iva. Senza dimenticare le scadenze europee che vedono l'Italia attesa al varco dagli altri partner nient'affatto comprensivi nei nostri confronti.

 


A 83 giorni dal voto, dunque, l'unica certezza resta quella del conseguimento del record negativo di una gestazione per la formazione del governo mai così lunga nella storia della Repubblica. E che, almeno tra i commentatori politici, torna a far affacciare sullo scenario la possibilità - in caso di fallimento da parte di Conte - di un governo del Presidente.

 

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