Auto di lusso rubate e rivendute
come nuove: concessionari nei guai

Un momento dell'arresto
Un momento dell'arresto
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Sabato 29 Luglio 2017, 16:22 - Ultimo aggiornamento: 20:18
ROMA - Facevano il "lifting" alle auto rubate e le rivendevano come nuove. Cinque persone arrestate, quattro destinatarie dell'obbligo di firma, nell'operazione "Double car" della polizia di Stato che ha scoperchiato un vasto giro di auto rubate, riciclate e poi fatte tornare nuove con immatricolazioni e documenti taroccati. A metterlo in piedi un sodalizio criminale gestito da imprenditori di Roma e Nettuno, intermediari stranieri e pregiudicati di rango.  

L'INDAGINE
L’indagine era partita  il 25 ottobre dell'anno scorso, dopo la segnalazione della titolare di un’agenzia pratiche auto di Roma, la quale, incaricata di procedere alla nazionalizzazione di 2 autovetture di provenienza estera, aveva notato qualcosa di anomanlo facendola dubitare circa la genuinità della documentazione allegata alle pratiche. Si sono quindi messi in moto gli agenti del commissariato Prenestino che hanno ottenuto dalla Procura l'autorizzazione alle intercettazioni sia telefoniche che ambientali della gang, dando il via a una serie di perquisizioni all'interno di concessionari, singoli venditori e altre agenzie pratiche auto compiacenti. Presto è emerso il sodalizio nell'ambito del quale ognuno aveva un preciso ruolo. 

I FURTI
Le auto rubate erano sempre quasi nuove di zecca e di ingente valore, come Land Rover, Porsche, Mercedes e Mini, furti messi a segno sia in Italia che all’estero. Il giro si occupava anche dei furti e della ricettazione di carte di circolazione cosiddette “in bianco" di provenienza estera, in particolare tedesca da riassegnare a auto tornate nuove; nonchè del riciclaggio delle auto rubate mediante la contraffazione del numero di telaio con nuova punzonatura e alla successiva prima immatricolazione in Italia (cosiddetta nazionalizzazione) mediante agenzie amiche. Le autovetture, così ripulite, venivano vendute ad ignari acquirenti al prezzo di mercato. Nel corso delle perquisizioni sono stateirinvenuti e sequestrati  30 veicoli di provenienza furtiva, per un valore di mercato superiore a 800.000 euro, con i numeri di telaio e le relative carte di circolazioni alterate, 7 dei quali trovati all’interno della proprietà di uno dei maggiori indagati, ancora da commercializzare e gli altri, già rivenduti ad acquirenti abilmente truffati.

LA CONCESSIONARIA DI LABARO
La maggior parte delle auto erano state commercializzate attraverso una nota autorivendita operante nel quartiere Labaro. I proventi illeciti delle vendite, inoltre, invece di entrare nell’attivo dell’ autorivendita, sono stati indirizzati sul conto corrente di una società di manutenzione ascensori, gestita da uno degli appartenenti al sodalizio criminale e, da questo, fatti sparire nel volgere di poco tempo a favore di coloro che avevano contribuito all’attuazione della complessa attività criminosa.

GLI ARRESTI
Cinque le persone arrestate (M.A. di anni 45 – DQ.M.M. di anni 33 – C.M. di anni 51 – S.G. di anni 33  - A.A. di anni 61). Si tratta di un personaggio di origine albanese con precedenti, trovato peraltro in possesso di un timbro dello Stato; il titolare dell’autorivendita utilizzata per riciclare le auto di provenienza illecita; un imprenditore di origine campana; un altro venditore di autovetture, nonché un noto pregiudicato di Nettuno, tutti con precedenti di polizia anche specifici. Tra i quattro personaggi sottoposti all’obbligo di firma (DF.L.G. di anni 52 – F.M. di anni 50 – B.A. di anni 44 – S.F. di anni 55) figurano: il factotum dell’imprenditore campano; un operaio di Roma prestatosi ad intestarsi fittiziamente alcune delle auto riciclate e nazionalizzate nonché ad esportarle all’estero; due romani, un uomo e una donna, entrambi con precedenti di polizia, fermati a Bari nel mentre tentavano di esportare una delle auto riciclate, ai quali è stato applicato anche il divieto di espatrio.

Al momento risultano indagati altre quattro persone che, a vario titolo, si sono rese responsabili di alcuni singoli episodi concernenti il riciclaggio delle autovetture di provenienza illecita.
 
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