Esplosione alla Sabino di Casalbordino, tre morti. Nel 2020 in un altro incidente persero la vita 3 operai

L'esplosione si sarebbe verificata pochi minuti fa alla Sabino Esplodenti per cause ancora in corso di accertamenti

Esplosione alla Sabino di Casalbordino, tre morti. Nel 2020 in un altro incidente persero la vita 3 operai
Esplosione alla Sabino di Casalbordino, tre morti. Nel 2020 in un altro incidente persero la vita 3 operai
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 15:49

CASALBORDINO -  Un'esplosione poco fa è avvenuta alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, in provincia di Chieti, in Abruzzo. E il primo bilancio provvisorio parla di almeno tre morti: lo hanno confermato gli inquirenti. Nel 2020 in un altro incidente persero la vita 3 operai.

Le cause dell'esplosione  alla Sabino

L'esplosione si sarebbe verificata pochi minuti fa alla Sabino Esplodenti per cause ancora in corso di accertamenti.

Secondo le prime informazioni fornite dal 118 ci sarebbero delle vittime, almeno due.

L'esplosione che uccise tre operai nel 2020

Anche nell'esplosione che si verificò nel dicembre del 2020 alla Esplodenti Sabino di Contrada Termin ci furono tre vittime.

La fabbrica smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche e si trova a Casalbordino, in provincia di Chieti.

L'ultimo incidente mortale in Abruzzo che ha riguardato fabbriche o depositi di materiale pirico risale allo scorso febbraio quando un uomo morì nell'esplosione di un deposito alle porte di Teramo.

L'azienda del vastese non è nuova a queste tragedia: nella stessa fabbrica nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall'innesco di una spoletta; e nel 2009 due persone rimasero ferite gravemente in un'esplosione.

 

Il titolare sgomento

Sta tornando da Roma dove si era recato in Abruzzo, Gianluca Salvatore, il titolare della Sabino Esplodenti, dove poco prima di pranzo si è verificato l'ennesimo tragico incidente con una esplosione che ha ucciso altri 3 operai.

Secondo lo storico legale di Salvatore Augusto La Morgia, il titolare è sgomento e non riesce a spiegarsi l'accaduto, anche alla luce delle precauzioni severissime prese in fabbrica dopo la tragedia del 2020.

A seguito del dramma del 2020 Salvatore ha successivamente già risarcito i familiari delle 3 vittime.

Al momento intanto la zona dell'incidente è circondata dalle forze dell'ordine che stanno aspettando l'arrivo degli artificieri.

 

In Abruzzo 30 anni di incidenti, espolosioni e morti

Con l'ennesima tragedia di Casalbordino negli ultimi trent'anni sono stati undici i casi più o meno gravi di esplosioni di polvere pirica in aziende di fuochi d'artificio o depositi in Abruzzo, a partire da quella di Balsorano (L'Aquila), il 15 luglio 1994, dove furono sei i morti e quattro i feriti.

Diciannove anni dopo, la mattina del 25 luglio 2013, a Città Sant'Angelo (Pescara) una tremenda esplosione, con una nube nera visibile da chilometri, fece saltare in aria la premiata fabbrica di fuochi d'artificio Di Giacomo, con almeno 10 tonnellate di polvere pirica: morirono tre componenti della famiglia Di Giacomo, Mauro, il fratello Federico, un altro parente, Roberto, e poco dopo, arrivato sul posto insieme ai soccorsi, anche Alessio, il figlio 22enne di Mauro, gettatosi nelle rovine della fabbrica nel disperato tentativo di salvare i familiari e investito da una seconda, tremenda esplosione. Rimasero feriti quattro vigili del fuoco, uno dei quali in modo serio: Maurizio Berardinucci, 47 anni, morì il 26 ottobre all'ospedale «Gemelli» di Roma, tre mesi dopo l'esplosione. A lui è stata poi intitolata la caserma del comando provinciale di Pescara.

Dopo quello di dieci anni fa un altro incidente, quasi fotocopia, sempre a luglio: nel 2014 a Tagliacozzo (L'Aquila) saltò in aria l'azienda Paolelli, provocando la morte di tre persone, il figlio 37enne del titolare, Valerio, e due dipendenti, Antonio Morsani e Antonello D'Ambrosio.

E il 21 dicembre del 2020 nuovo incidente alla Esplodenti Sabino di Casalbordino (Chieti), con tre operai morti. Ferrovia e statale 16 Adriatica rimasero bloccate per ore, fu istituita la zona rossa in attesa delle bonifiche. Nella stessa fabbrica che, con oltre 70 dipendenti, cura, recupera e tratta polvere pirica derivata da bonifiche di ordigni bellici, nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall'innesco di una spoletta; e nel 2009 due persone rimasero ferite gravemente in un'esplosione.

Nuova tragedia a Teramo nello scorso febbraio, con un operaio 62enne dilaniato da un ordigno in una azienda di fuochi d'artificio.

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