Cracco, i debiti choc della società del ristorante in Galleria a Milano. «In 5 anni persi 4,6 milioni di euro». Aumentano i costi di produzione

Il passivo accumulato in cinque anni di gestione è salito a oltre 4,6 milioni, a fronte di riserve per 4,8 milioni, tanto che il patrimonio netto s’è ulteriormente assottigliato a 246 mila euro

il bilancio 2022 chiuso con una perdita di 409mila euro, di poco inferiore a quella di 524mila euro del precedente esercizio
il bilancio 2022 chiuso con una perdita di 409mila euro, di poco inferiore a quella di 524mila euro del precedente esercizio
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Lunedì 10 Aprile 2023, 15:17

Un quinquennio «rosso» per il ristorante di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Il locale, aperto nel febbraio del 2018, sta creando non pochi problemi al suo noto fondatore. Lo chef, nonostante la stella Michelin, avrebbe debiti per milioni di euro.

Negli scorsi giorni, a Milano, s’è tenuta l’assemblea dei soci della Felix srl, che detiene il locale milanese, interamente controllata dalla Cracco Investimenti di cui lo chef è amministratore unico. L'obiettivo della riunione era di approvare il bilancio 2022 chiuso con una perdita di 409mila euro, di poco inferiore a quella di 524mila euro del precedente esercizio, che è stata riportata a nuovo. In tal modo - racconta Affari Italiani - il passivo accumulato in cinque anni di gestione è salito a oltre 4,6 milioni, a fronte di riserve per 4,8 milioni, tanto che il patrimonio netto s’è ulteriormente assottigliato a 246 mila euro.

Il bilancio del ristorante milanese stellato di Cracco che pure ha evidenziato una crescita del fatturato anno su anno da 3,3 a 4,3 milioni, ha visto però anche i costi della produzione lievitare da 4 a 4,8 milioni. La Felix ha debiti complessivi per 7,3 milioni di cui 3,1 milioni verso fornitori e 3,8 milioni verso banche. Questi ultimi sono ciò che residua di un finanziamento di 6 milioni erogato nel 2018 da Banca Popolare di Sondrio, il cui rimborso della linea capitale fu sospeso – causa pandemia – dal marzo del 2020 a ottobre dell’anno dopo.

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