Quattro sforamenti, suona l’allarme smog. I tecnici dell’Arpam capovolgono lo scenario: «Forse è colpa dell’Africa»

Quattro sforamenti, ssuona l’allarme smog. I tecnici dell’Arpam capovolgono lo scenario: «Forse è colpa dell’Africa»
Quattro sforamenti, ssuona l’allarme smog. I tecnici dell’Arpam capovolgono lo scenario: «Forse è colpa dell’Africa»
di Marco Braccetti
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Giovedì 4 Marzo 2021, 07:55

SAN BENEDETTO  - Aria più inquinata. Ecco il prezzo da pagare per la primavera fuori stagione che San Benedetto, come gran parte d’Italia, ha vissuto e continua a vivere in questo periodo di fine inverno. Sul finire di febbraio, si sono registrati 3 giorni consecutivi con livelli allarmanti di polveri sottili Pm10. Non accadeva da circa un anno. Il tris di sforamenti è stato piuttosto pesante, ben al di sopra del limite di concentrazione giornaliera previsto dalla legge posta a tutela della salute pubblica: 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria. 

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Vediamo nel dettaglio i dati.

Esattamente: giovedì 25 febbraio lo sforamento è stato di 94 microgrammi, salito a 96 l’indomani e sceso leggermente a 76 nella giornata di sabato 27. Questi non sono solo semplici numeri statistici. Infatti, è ormai scientificamente provato che la presenza di elevate concentrazioni di micropolveri nell’aria incide sfavorevolmente sulla qualità della vita di chi quell’aria è costretto a respirarla. Una situazione che ha varie cause e concause. 


Alcuni fattori arrivano anche da molto lontano, come ci viene chiarito dall’Arpam (agenzia regionale impegnata nel monitoraggio della qualità dell’aria) che in Riviera ha una sua centralina in via Asiago. In particolare, l’ultima ondata d’inquinamento viene spiegata così: «È possibile affermare - sostengono i tecnici Arpam - che il fenomeno abbia avuto origine da una massiccia nuvola di polveri sahariane allontanatesi dal continente africano che, unitamente a condizioni meteo caratterizzate da velocità del vento quasi nulla, alto tenore di umidità e nebbia, ha determinato il verificarsi di picchi di concentrazione del Pm10». Dunque, almeno per questa volta, sul banco degli imputati non finiscono i fumi di scarico delle auto né quelli dei riscaldamenti. Anche se, San Benedetto ha rischiato - e continua a rischiare - una stretta sul fronte della mobilità. 


Infatti, in base alle nuove direttive della Regione Marche (che coordina la lotta contro l’inquinamento) l’amministrazione municipale deve attuare qualche contromisura subito dopo il superamento di 5 giornate consecutive oltre i livelli di guardia. Il sindaco ha un ventaglio di opzioni. Tra queste, spicca la proclamazione di domeniche ecologiche (dunque blocco del traffico) con connesso potenziamento trasporto pubblico. Oppure la promozione di una o più giornate di utilizzo gratuito del trasporto pubblico, oltre alla promozione dell’uso della bicicletta e dei monopattini. In caso di sforamenti troppo ravvicinati, inoltre, la Regione dà la possibilità al sindaco di inasprire ulteriormente i provvedimenti anti-smog già attualmente in vigore. Infatti, ricordiamo che fino al prossimo 15 aprile restano validi dei limiti alla circolazione di alcuni mezzi, particolarmente inquinanti. Limiti previsti nel tratto sambenedettese della Statale 16, tra le ore 8.30 e le 12.30 e tra le 14.30 e le 18.30, da lunedì a venerdì, escluse festività.
 

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