In duecento sfilano al Piceno Pride a San Benedetto con tappa sotto al municipio e il traffico va in tilt

In duecento sfilano al Piceno Pride con tappa sotto al municipio e il traffico va in tilt
In duecento sfilano al Piceno Pride con tappa sotto al municipio e il traffico va in tilt
di Marco Braccetti
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Domenica 9 Luglio 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 12:10

SAN BENEDETTO - Allegria, ma anche rabbia per i diritti negati. Canzoni spensierate, ma anche momenti di riflessione su temi sensibili, come la discriminazione sessuale. Su questo doppio binario s’è mosso, ieri pomeriggio, il coloratissimo “Piceno Pride 2023 - Family Gay”: manifestazione dell’orgoglio “Queer”, organizzata dal collettivo Liberi Tutti. Partenza dal municipio, arrivo in piazza Battisti. In mezzo, una sfilata lungo viale De Gasperi. Sotto il caldo sole di luglio, manifestanti di tutte le età. Soprattutto giovani. Non a caso, lo striscione principale era firmato “Robin Hood - Rete degli studenti medi”. Tra bandiere arcobaleno, drag queen e giochi d’acqua per combattere la calura, il corteo ha suscitato la curiosità di tanti passanti. 


Gli slogan


Le reazioni? Tra le più disparate.

Anche commenti molto negativi. Contro questi, tra i cartelli sfoggiati dai partecipanti spiccava un ironico “Scudo anti-bigotto”. Mentre un altro cartello recitava: «Più diritti per gli altri non vuol dire meno diritti per te. Non è una torta». Chi ha memoria di manifestazioni del genere già svolte a San Benedetto, parla di una partecipazione più grande del passato: circa 200 persone. E tutto si è svolto senza particolari problemi. Fatta eccezione per l’inevitabile ripercussione sul fronte viabilità. A gestire la situazione: polizia di Stato, carabinieri e vigili urbani. Quest’ultimi impegnati nella complessa gestione del traffico. Per oltre un’ora, infatti, il corteo ha occupato viale De Gasperi, mandando in tilt la viabilità della zona.

Il corteo era partito dal piazzale davanti al Comune. Esattamente, la piazza dedicata ai “Bambini del Mondo”. Toponomastica evocativa, visto che, tra gli obiettivi della manifestazione, c’era anche quello di protestare contro la decisione della Procura di Padova che ha deciso di impugnare gli atti di nascita di 33 bambini e bambine figli di coppie lesbiche, chiedendo di rimuovere l’indicazione della madre non biologica come seconda madre.

«Questo è solo uno dei recenti attacchi alla comunità #Lgbtqiap+ che fanno parte di un percorso politico repressivo e reazionario delle destre - rimarcano dall’organizzazione del Pride - le stesse che parlano di “famiglia naturale”, concetto logicamente contrapposto a quella pretesa di “innaturalità” che si vuole affibbiare alle famiglie che non rispettano i canoni dell’imposto binarismo eteronormato».

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