ASCOLI - Un’inchiesta sui rifiuti che sta facendo tremare il mondo politico ascolano. Seguendo la regola aurea secondo cui si è innocenti fino a prova contraria, le carte della Dda di Ancona parlano di traffico illecito di rifiuti che, oltre ad aver generato profitti a sei zeri, avrebbe anche messo in serio pericolo l’ambiente intorno alla discarica dell’Alto Bretta, con scarichi di rifiuti speciali e, addirittura, pericolosi.
«Quando ho letto la notizia sul Corriere Adriatico sono letteralmente saltato dalla sedia - ha detto, incredulo, Fabio Polini, sindaco di Castignano, uno dei paesi più vicini alla discarica Geta -.
Spostandoci più a valle, a Castel di Lama, il punto di vista del sindaco, Mauro Bochicchio, sull’intera vicenda non cambia: «non ci sono ancora rinviati a giudizio. Ma dalle notizie che apprendiamo dalla stampa, la questione appare subito grave - dice il primo cittadino lamense-. Quindi, la questione da mettere subito sotto grande attenzione, è la gestione dei rifiuti: sono stati gestiti correttamente oppure no? Questi reati ambientali ci sono stati? È, comunque, un’inchiesta che sembra essere partita nel 2013, per poi concludersi ora. Quindi, cosa è successo in questi anni»? Ma quali riflessi avrà questa vicenda sulla gestione futura dei rifiuti sul nostro territorio? «È chiaro - spiega Bochicchio- che l’azienda coinvolta ha stretto degli accordi con le nostre società partecipate. Quindi, che fine faranno? Saranno messi tutti in discussione? Laddove le accuse degli inquirenti venissero tutte confermate, allora ci troveremmo di fronte al fallimento di una politica che è rimasta alla finestra a guardare».
«Faremo richiesta di accesso agli atti per capire ciò che veramente è successo. - avverte Sara Moreschini, sindaco di Appignano del Tronto-. Se sono stati commessi degli illeciti, è giusto che i soggetti coinvolti paghino. Si parla, addirittura, di rifiuti radioattivi e questo è davvero intollerabile. Sono anni che ci battiamo a favore dell’ambiente e della salute pubblica e spero che tutto venga chiarito al più presto. Ci affidiamo totalmente alla giustizia».
Intanto, dal quartier generale di Legambiente Ascoli, il portavoce Prezzavento, si dice «non troppo meravigliato degli esiti di questa inchiesta, perché noi già sapevamo che era in corso da tempo. Non conoscevamo i dettagli, ma la cosa non ci sorprende più di tanto. Sono anni che chiediamo di indagare , perché eravamo coscienti di una gestione più che opaca dei rifiuti”» conclude Paolo Prezzavento.