Ascoli, anche l'Onu si interessa
a Giorgi in mano a una tribù libica

Franco Giorgi è trattenuto in Libia da un anno
Franco Giorgi è trattenuto in Libia da un anno
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Venerdì 11 Marzo 2016, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 17:33
ASCOLI - Il caso di Franco Giorgi, l'ascolano di 72 anni in mano a una tribù libica da un anno per una vicenda legata a un traffico di armi verso il Paese nordafricano in violazione dell'embargo internazionale. finisce all'attenzione dell'Onu. Lo affermano gli esperti di monitoraggio del Consiglio di sicurezza Onu. 

Il nome di Giorgi, scrivono gli esperti, emerge nell'inchiesta che ha coinvolto Abdurraouf Eshati, un libico arrestato e condannato a sei anni in Gran Bretagna per un traffico da 28,5 milioni di dollari di armi destinate alle milizie di Zintan. Giorgi, "il principale mediatore italiano" del network, "ha
ricevuto una prima tranche di denaro, che ha poi affermato essergli stata rubata".

I suoi sequestratori rivogliono i 300 mila euro che avevano consegnato al mediatore d'affari ascolano affinchè provvedesse a reperire un aereo in Italia che avrebbe poi dovuto raggiungere la Libia per effettuare un trasporto di armi. Purtroppo però la commissione non è andata in porto per una serie di vicissitudini e ora Franco Giorgi è trattenuto in un posto segreto in Libia.

L'ultima telefonata che i libici hanno concesso a Franco Giorgi risale a prima di Natale ed ebbe la durata di appena 22 secondi. Durante la breve telefonata il mediatore di affari ha riferito che era tenuto in ostaggio da una tribù libica nel villaggio di Garian, nel deserto libico non molto distante da Tripoli. Aggiunse che era molto preoccupato.

Secondo indiscrezioni non confermate sembrerebe che per una settimana sarebbe stato rinchiuso in addirittura in un pollaio perchè il trasferimento del denaro non è mai arrivato. Che i suoi carcerieri siano animati esclusivamente dalla volontà di recuperare il denaro consegnato lo testimonia il fatto che a Giorgi consentono di tanto in tanto di effettuare telefonate a parenti ed amici in maniera che possa sollecitare l'invio della somma richiesta. La vita di Franco Giorgi è sembra stata avventurosa.

Il suo nome, infatti, è spuntato a vario titolo in una serie di inchieste legate al traffico internazionale di armi. L'ex imbianchino venne chiamato a testimoniare anche durante le indagini sulla morte di Ilaria Alpi e in un'altra inchiesta, quella sul misterioso tesoretto di 17 miliardi in marchi tedeschi sottratto in guerra da Radovan Karadzic, l'ex presidente della Repubblica Serba accusato di genocidio e conosciuto come il boia di Sarajevo.

Giorgi, sempre prosciolto, avrebbe contribuito al ritrovamento di quel denaro, è stato al centro anche del caso “Cheque to Cheque” che portò in carcere una trentina di persone con l'accusa di associazione per delinquere, traffico di armi e di materiale radioattivo, oro e titoli di credito. Anche in quel caso venne rilasciato dopo pochi giorni.

Ezio Giorgi, fratello di Franco Giorgi, il tramite del suo legale  Mario Ciafrè ha dichiarato: "Sono in trepidante attesa circa la sorte di Franco, considerate anche le recenti vicende di cronaca. Non conosco le motivazioni che lo hanno condotto in Libia nel marzo del 2015. Sono però circa sei mesi che non ho più sue notizie e temo per la sua incolumità. Spero che le autorità italiane si attivino affinché mio fratello possa fare rientro al più presto in patria."


 
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