Mancano la mensa e lo studentato, l'università non decolla con le immatricolazioni

La facoltà di architettura
La facoltà di architettura
di Marco Vannozzi
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Lunedì 7 Novembre 2022, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:57

ASCOLI - Affitti troppo alti, aumento dei costi, bollette e trasporti. Ecco la ricetta per allontanare gli studenti dall’Università. Dopo due anni di pandemia, il numero delle immatricolazioni ai corsi universitari è sceso del 3%: questo il dato nazionale. Il Piceno non si discosta da simili cifre: gli atenei del territorio e del Centro Italia sono in sofferenza. «Fermatevi qui da noi. Il vostro sarà lo stesso un futuro di prestigio». Questo l’appello del rettore dell’Università aquilana, Edoardo Alesse, dal palco del convegno “Esperienze territoriali e università: quale sinergia”, che si è svolto sabato scorso al teatro Filarmonici, organizzato dal Rotary Club di Ascoli. 


La fuga


Si fa sentire il presidente dimissionario del Consorzio universitario piceno, Achille Buonfigli. «Ogni studente che va a studiare lontano dal nostro territorio è un futuro residente in meno, un futuro contribuente in meno, una futura famiglia in meno, un futuro esponente in meno della classe dirigente, un futuro creatore di valore culturale ed economico in meno - spiega Buonfigli -. La crisi demografica ed economica si combatte con tante azioni coordinate, ma trattenere i giovani offrendo loro in sede locale occasioni di formazione di grande qualità è una delle linee di azione principali da perseguire con coerenza ed energia. Occorre immaginare nuove strategie di sviluppo per i tempi difficili come quelli che stiamo vivendo». 


Le lacune


Le problematiche sono diverse: nell’Ascolano la mancanza di una mensa e dello studentato hanno il loro notevole peso. «Anche nel Piceno bisogna lavorare per migliorare la ricettività a favore degli studenti universitari, per i mille vantaggi - culturali, sociali ed economici - che induce alla nostra collettività una consistente presenza di giovani universitari - aggiunge Buonfigli -.

E quanti sono i nostri concittadini che non si possono più permettere di mandare i figli a studiare presso sedi universitarie lontane? Migliorare e ampliare l’offerta di corsi universitari è un dovere civico e concreto esercizio di perequazione sociale». 


L’invecchiamento


La situazione non è positiva da più punti di vista: secondo i dati forniti dal rettore della Politecnica, Gian Luca Gregori, le previsioni demografiche sono negative, l’invecchiamento della popolazione è un altro problema: 2,1 anziani per giovane nelle Marche (a livello italiano 1,8). Le imprese stanno diminuendo: -9% nelle Marche a livello complessivo dal 2010 al 2022. Quelle artigiane soprattutto registrano dati molto negativi. Anche la disoccupazione registra indici non soddisfacenti: andamenti differenti, ma il tasso di quella giovanile è molto preoccupante. 

L’hub


Prende così piede Hamu, l’Hub interregionale Abruzzo Marche Umbria: un Centro Italia visto come collante tra Nord e Sud. «Questo Paese ha un centro che ha tanto da dire - afferma il rettore dell’ateneo di Perugia, Massimo Oliviero -. Le nostre tre università hanno lo scopo di informare ed educare. Da questa voglia comune di una nuova prospettiva nasce questo hub: vogliamo essere un punto di riferimento nazionale». L’hub ha il compito di trovare soluzioni ai problemi comuni alle tre regioni ed elaborare progetti strategici per lo sviluppo del territorio. Hamu vuole essere un luogo di confronto in grado di elaborare proposte di politica industriale inerenti i fondi strutturali della politica di coesione e i fondi di Next Generation, Green Deal e altri fondi provenienti dall’Europa. Ed intende mettere in comune le esperienze di ricerca e di analisi degli atenei per renderle disponibili alle realtà industriali e sociali delle tre regioni. 

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