Grido d’allarme dei ristoratori: «Bollette triplicate, così non abbiamo scelta, si chiude»

Grido d’allarme dei ristoratori: «Bollette triplicate, così non abbiamo scelta, si chiude»
Grido d’allarme dei ristoratori: «Bollette triplicate, così non abbiamo scelta, si chiude»
di Cristiano Pietropaolo
4 Minuti di Lettura
Sabato 3 Settembre 2022, 04:10

ASCOLI  - Continua il grido di allarme delle attività commerciali e di ristorazione, alle prese con i pesanti rincari delle bollette. La situazione inizia ad essere insostenibile, sopratutto in vista dei prossimi mesi.

«La situazione è devastante. È arrivata una bolletta da 4.000 euro, mentre in precedenza eravamo intorno ai 1.700 - spiega Marco Poli del ristorante La Taverna di Cecco. - Se si continua così, chiuderemo. Stiamo al limite e lavoriamo solo per pagare, senza avere più niente per noi da ormai due anni. Abbiamo dei dipendenti ma è tutto aumentato, comprese le materie prime. I rialzi dell’energia mi danno l’impressione di essere speculazione. Ci stanno prendendo in giro ma l’italiano non si ribella. Siamo già con un piede dentro la fossa e gli aiuti, adesso, sarebbero irrilevanti. Tanti colleghi rischiano la chiusura, un’azienda piccola come la nostra spende 70mila euro l’anno di luce e dove vogliamo andare con questa situazione?». 


La richiesta
«Lo scorso anno, nell’agosto 2021, avevamo ricevuto una bolletta di quasi duemila euro - evidenzia Berardo Oliveri di Dica Duca. - L’ultima, relativa allo scorso luglio, è di seimila euro.

Si prevede una spesa di settantamila euro annui di energia e una piccola attività non la può reggere. Se non ci sono aiuti dello Stato, i fallimenti arriveranno numerosi. Deve ancora esserci recapitata la bolletta del gas, ma siamo sicuri che arriverà un’altra botta. Finché possiamo pagare, paghiamo, ma se poi non sarà possibile farlo, chiuderemo finché non ci saranno novità positive». 


Tanti rischi
«Noi paghiamo sempre tanto. Spendiamo circa quattromila euro al mese di luce e 1.500 di gas - aggiunge David Vitelli di Mister Ok. - Noi continuiamo a lavorare, ma non possiamo mandare via i nostri dipendenti. Non è facile dire “chiudiamo e arrivederci”. Ci sarà qualche aiuto dello Stato?». « Inizio a vergognarmi di essere italiano. Il peggio viene sempre dietro e non so come andremo a finire - sottolinea Gigi Argira de Il Ruspante. - Dopo il Covid, il lavoro è diminuito e le bollette sono triplicate. Non abbiamo ricevuto nessun auto. Non riusciamo a trovare nuovi dipendenti e siamo in difficoltà. Le cose cambieranno ma in peggio. Noi stiamo pagando anche le bollette del locale di Roccafluvione che è ancora chiuso. Mi faccio coraggio, ma il coraggio finisce, non so a che punto si arriverà. Non voglio chiudere dopo 50 anni di attività e mandare all’aria tanto lavoro».

«Solo a luglio 2022, rispetto al 2021, l’aumento dell’energia è del 121%. Parliamo di 1.500 euro di differenza - sottolinea Daniele Fabiani del Ristorante Vittoria. - Anche per quanto riguarda la bolletta del gas siamo su queste cifre. I prodotti sono aumentati del 30%: è un momento difficile dopo tutto quello che abbiamo passato, ci mancava solo questo. Servono sgravi fiscali e noi non vogliamo aumentare i prezzi, ma bisogna far riportare i conti, altrimenti si chiude. Siamo spaventati da quello che potrà accadere ad ottobre. Non posso nemmeno assumere nuovo personale perché non riesco a trovare nessuno. Io faccio contratti regolari ma nessuno vuole farlo. Io devo tenere i miei dipendenti. È una squadra che sta con me da tanto tempo, i costi di esercizio sono enormi ma serve un alleggerimento fiscale sui costi aziendali». 


I budget
Anche le pasticcerie non se la passano bene. «Le bollette sono triplicate. Non ci sono i consumi e quando arrivano bollette pesanti, il futile viene cancellato dalle famiglie - aggiunge Mario Angelini dell’omonima pasticceria. - Se le cose continuano così, dovremo ridimensionare o anche peggio».

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