Lutto cittadino, tifosi e vip per il funerale di Carletto Mazzone: «Coriaceo di nascita, ascolano per scelta»

Lutto cittadino e maxischermo per il funerale di Carletto Mazzone. Baggio telefona: «Vorrei esserci»
Lutto cittadino e maxischermo per il funerale di Carletto Mazzone. Baggio telefona: «Vorrei esserci»
di Mario Paci
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Lunedì 21 Agosto 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 15:15

ASCOLI - Oggi la città di Ascoli si è fermata per dare l’ultimo saluto a uno dei suoi uomini migliori che l’ha fatta assurgere alla ribalta nazionale, Carletto Mazzone. In segno di lutto il sindaco Marco Fioravanti, a nome dell’amministrazione comunale, ha proclamato una giornata di lutto cittadino. Durante lo svolgimento dei funerali, i locali, le attività commerciali e gli uffici pubblici resteranno chiusi.

Per l’intera giornata non si svolgeranno eventi di carattere musicale. In considerazione, inoltre, della prevista elevata affluenza di persone che vorranno dare l’ultimo saluto a Carlo Mazzone, verrà installato un maxi schermo in Piazza del Popolo.


Presenti familiari, tanti ex giocatori e avversari alla funzione - LA DIRETTA

Già gramita dalle 16 (la funzione inizierà alle 16.30) la chiesa di San Francesco in piazza del Popolo.

Presenti, oltre alla squadra dell'Ascoli, tra gli altri Serse Cosmi, Walter Novellino, Alessandro Calori, una delegazione giovanile della Roma, Giovanni Galli e Enrico Nicolini.

Per il mondo della politica il Governatore Francesco Acquaroli, la deputata ascolana Giorgia Latini e il sindaco Marco Fioravanti. Inizialmente si era pensato alla cattedrale basilica del Duomo ma a causa della presenza di alcuni stand gastronomici, per motivi, di sicurezza si è optato per l’altra chiesa del centro storico.

All'esterno presenti tanti tifosi dell'Ascoli (un paio sono anche entrati in rappresentanza), dietro ai tradizionali vessilli della Curva Sud, che hanno voluto omaggiare la bara al suo arrivo. Il presidente bianconero Massimo Pulcielli ha deposto una sciarpa bianconera sulla bara. Gli ultras bianconeri hanno voluto dedicargli anche uno striscione per evidenziare il legame: "Coriaceo di nascita, ascolano per scelta".

La cerimonia è celebrata dal vescovo diocesano, Gianpiero Palmieri assieme all’arcivescovo emerito Piero Coccia e a don Andrea che in questi anni è sempre stato vicino alla famiglia Mazzone che risiedeva a Monteverde, zona di Porta Romana, ad Ascoli. «Tutti noi sappiamo quanto il nostro Carletto è stato grande come allenatore, ma come marito, padre, nonno, bisnonno e suocero è stato ancora più grande».

È questo il messaggio che la famiglia ha diramato ieri mattina ringraziando tutti coloro che hanno espresso attestati di cordoglio per la perdita di uno degli allenatori più amati degli italiani. Un dolore che la famiglia Mazzone ha deciso di affrontare nella massima riservatezza chiedendo il rispetto per questo delicato momento. Non è stata dunque allestita la camera ardente e dopo i funerali ci sarà l’inumazione. Una cerimonia sobria come Carletto Mazzone avrebbe voluto.


La telefonata di Baggio 


Sabato e per tutta la giornata di ieri, la signora Franca e i figli Sabrina e Massimo hanno risposto a centinaia di telefonate e messaggi da parte di dirigenti sportivi, calciatori ed ex che hanno apprezzato soprattutto le doti umane dell’allenatore ma anche di persone che nulla hanno a che fare con il calcio. Oltre ai messaggi di Totti, Pirlo, Guardiola, ieri mattina è giunta a casa Mazzone la gradita telefonata di Roberto Baggio che mister Mazzone rigenerò dopo un periodo buio. il Divin Codino potrebbe essere presente al funerale se ce la farà a liberarsi dagli impegni programmati in Veneto. Ma questo pomeriggio nella chiesa di San Francesco ci saranno anche tanti altri personaggi del mondo dello sport. Tutta la delegazione societaria e calcistica dell’Ascoli calcio sarà presente con in testa il presidente Carlo Neri.

«Possanza e carisma: era monumentale»

Fra i molti a ricordarlo anche l’assessore allo sport, Nico Stallone, che Mazzone ebbe con sè per due stagioni in serie A (1980 e 1982) . «Conoscevo Mazzone perchè i miei genitori erano suoi amici. Mi ricordo la sua possanza che si univa allo straordinario carisma. Era monumentale. Quando crebbi e diventai alto come lui ebbi però sempre la sensazione che fosse comunque più grande di me. Dal punto calcistico - prosegue - venne sempre dipinto come un allenatore “catenacciaro”. Al contrario fu uno dei tecnici più all’avanguardia. Fu lui a sperimentare il modello spagnolo con il possesso palla perchè se hai il pallone difficilmente poi perdi la partita. Negli anni Ottanta non esisteva la tecnologia di oggi ma lui conosceva pregi e difetti di tutti i suoi avversari. Ogni sera in ritiro ci consigliava come affrontarli. È stato un grande allenatore ma avrebbe meritato palcoscenici ancora più prestigiosi. Oggi che faccio io l’allenatore mi vanto quando mi paragonano a Mazzone».

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