Ascoli, il finto amico del cardinale
scuce 30mila euro ad un'impresa

Ascoli, il finto amico del cardinale scuce 30mila euro ad un'impresa
di Sandro Conti
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Martedì 2 Aprile 2019, 11:04
ASCOLI - Si spacciava come braccio destro di un cardinale che aveva la responsabilità di coordinare determinati lavori edili nella città del Vaticano. Quindi poteva decidere personalmente a quale impresa eventualmente assegnare la realizzazione di un’opera, senza dover ricorrere alla gara d’appalto. R. T. ha pensato di riuscire ad imbastire una truffa che gli avrebbe potuto garantire un bel guadagno, senza correre il pericolo di essere smascherato. E le cose sembravano essersi messe bene con l’incasso di 30mila euro da parte di un’impresa.
  
Partito da Roma alla guida di un’autovettura, sulle fiancate laterali campeggiava lo stemma della Città del Vaticano, aveva indirizzato le sue mire su un’impresa edile di Ascoli, con sede a Marino del Tronto. Si è presentato negli uffici della società ascolana lasciando subito una buona impressione nei suoi interlocutori: parlantina sciolta, vestito elegantemente, portamento da persona che ispira fiducia, anche perché, cosa molto importante, sulle fiancate della sua auto campeggiava lo stemma della città vaticana che solo poche persone possono utilizzare. Fra le parti si è aperto il dialogo. L’uomo si è presentato quale “plenipotenziario” di un noto cardinale al quale era stato demandato il compito di curare l’attività dell’edilizia della Città del Vaticano. C‘erano diversi lavori da realizzare per cui l’uomo stava cercando imprese disposte ad eseguire lavori di edilizia per conto del Vaticano. La cosa è subito piaciuta al titolare dell’impresa che si è detto disposto ad accettare la proposta.
Però per far sì che la cosa si concretizzasse vi era una clausola: anticipare la somma di 30 mila euro titolo di commissione, senza però specificare a chi sarebbero stati destinati i soldi, forse a sostenere un’attività benefica della chiesa. Veniva così raggiunto l’accordo ed il truffatore, dopo aver incassato la consistente somma, si congedava promettendo che al più presto sarebbe tornato ad Ascoli per far firmare al proprietario dell’impresa il contratto. Passate diverse settimane, però, dell’uomo nessuna traccia, cosa che preoccupava non poco. Il titolare dell’impresa cominciava a dubitare di aver trattato con la persona giusta. Faceva trascorrere qualche altra settimana poi, rompeva gli indugi. Alzava la cornetta del telefono e chiamava la segreteria del cardinale per avere spiegazioni in merito al presunto contratto che gli era stato proposto. La risposta lo ha gelato: il cardinale è da tempo bloccato a letto ed ha perso le sue capacità intellettive. Il prossimo 6 giugno di svolgerà la seconda udienza del processo con l’audizione di due testi.
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