«Dopo l’agricoltura, la fame». Un centinaio di trattori paralizza la zona industriale dell'ascolano

«Dopo l’agricoltura, la fame». Un centinaio di trattori paralizza la zona industriale dell'ascolano
«Dopo l’agricoltura, la fame». Un centinaio di trattori paralizza la zona industriale dell'ascolano
di Luigi Miozzi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Febbraio 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 12:30

ASCOLI La protesta dei trattori è arrivata anche nel Piceno. Un centinaio di mezzi, con tanto di cartelli e tricolori che facevano bella mostra sui mezzi, si sono dati appuntamento ieri mattina a Castel di Lama per protetestare, così come sta avvenendo in tutta Italia e anche in altri Stati, nei confronti dell’Unione europea e della politica che sta attuando in materia di agricoltura.

Il raduno

Gli imprenditori agricoli, provenienti dai comuni della Vallata del Tronto ma anche dall’entroterra piceno, esasperati da una situazione che sta diventando sempre più insostenibile, si sono messi alla guida dei loro trattori per radunarsi in un terreno antistante l’azienda Ecoservice di Giuseppe Traini, che per anni ha organizzato nel comune lamense la Fiera dell’agricoltura e che ha voluto così testimoniare il proprio sostegno all’iniziativa.

Si è trattata di una protesta ferma e decisa nel rivendicare le proprie ragione ma che sicuramente è stata portata avanti in maniera civile raccogliendo anche la solidarietà di tanti cittadini che si sono trovati a passare da quelle parti. Qualche disguido e qualche rallentamento si è registrato quando gli agricoltori hanno deciso di partire in corteo. Per due volte nell’arco della giornata, una al mattino e l’altra al pomeriggio, un lungo serpentone di trattori si è snodato lungo l’asse attrezzato da Villa Sant’Antonio per giungere alle porte della città, fino al centro commerciale Al Battente, per poi tornare indietro provocando code e rallentamenti. Ma gli agricoltori non demordono e sono intenzionati ad avanti fino a quando non verranno ricevuti dal governo. Non sono serviti a placare gli animi l’annuncio della premier Meloni di destinare ulteriori risorse per il comparto e di valutare la reintroduzione dell’esenzione Irpef sui redditi domenicali o agrari che dopo sette anni non è stata rinnovata nella Finanziaria del 2024. Così come non è riuscito a mitigare la protesta neppure la volontà espressa dalla presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen che ha aperto agli agricoltori di tutta Europa facendo marcia indietro sull’utilizzo dei pesticidi.

I cartelli

«È venuta a mancare l'agricoltura italiana, ne danno il triste annuncio allevatori e coltivatori»; «Finita l'agricoltura verrà la fame» le scritte sui cartelli esposti sui trattori. «Noi nel sacco mettiamo farro, legumi e polline, ottime fonti proteiche vegetali. Per noi i grilli devono allietare le nostre calde serate estive con il loro canto di corteggiamento» afferma un manifestante. E proprio ieri hanno lanciato l’ultimatum: «se entro sabato a mezzogiorno il ministro Lollobrigida non riceverà una nostradelegazione, i trattori provienti da tutta Italia, tra i quali anche quelli che arriveranno dal Piceno, entreranno dentro Roma con le conseguenze che una simile decisione potrebbe comportare» minacciano. «Gli agricoltori - dice Maurizio - chiedono l’annullamento di tutti i patti bilaterali con i paesi che non appartengono all’Unione europea che starebbero dando il colpo di grazia alle aziende agricole italiane. Queste sarebbero costretto a subire la concorrenza sleale dei produttori di quei paesi che, non essendo soggetti agli standard di sicurezza alimentare imposti dall’Unione europea produrrebbero a costi più bassi». E così è scattata la protesta che in breve tempo si è allargata a macchia d’olio in tutta Europa ed in particolare in Germania, Francia ed Italia. Un movimento che ora è giunto anche nel Piceno dove le aziende agricole rappresentano un comparto assai importante per l’economia del territorio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA